Grosseto, 25 gen. (LaPresse) – Oggi è stato il giorno della difesa in Parlamento, per la Compagnia Costa, società armatrice della nave Concordia naufragata davanti all’isola del Giglio il 13 gennaio, con un bilancio che finora conta 16 morti accertati e 23 dispersi. “Un tragico incidente che non doveva avvenire e che poteva non avvenire”, ha detto l’a.d. di Costa Crociere Pierluigi Foschi, commentando in un’audizione al Senato l’incidente della Concordia. “La scatola nera non era rotta come hanno scritto alcuni giornali, c’era stato un piccolo inconveniente il 10 sera, che l’11 mattina é stato segnalato dai nostri tecnici alla casa produttrice. Ma lo stato della scatola nera non ha inficiato la registrazione dei dati”, ha affermato Foschi, davanti alla commissione Lavori pubblici al Senato, nell’ambito di una indagine conoscitiva sulla tragedia.
Sulla presenza a bordo di clandestini, chiamata in causa anche per spiegare il problema delle incertezze nel definire il bilancio dei dispersi, il numero uno di Costa ha dichiarato: “È impensabile che una compagnia come Costa crociere, con il suo patrimonio di esperienze, si possa permettere di avere a bordo di una sua nave dei clandestini”. Foschi smentisce quindi l’ipotesi circa la possibilità sulla Concordia ci possano essere stati passeggeri non registrati, rilanciata dal commissario straordinario Franco Gabrielli, che sempre oggi, in una conferenza stampa, ha fatto sapere che “il piano richiesto a Costa per quanto riguarda i rifiuti interni della nave non è ancora arrivato”. “Quindi – ha annunciato il prefetto Gabrielli – sta partendo una lettera di diffida alla compagnia”. “Confermo che sono stati trovati 16 corpi, 10 sono stati identificati, visto che si è aggiunta la Virzì, che è scomparsa dall’elenco della prefettura ed è stata ufficialmente identificata. Ci sono ancora 6 persone da identificare, 3 uomini e 3 donne. Siamo al rush finale delle identificazioni”, ha reso noto il capo della protezione civile nella conferenza stampa all’Isola del Giglio, aggiungendo: “In questo momento non c’è bisogno di decidere tra la prosecuzione dell’attività di ricerca e l’inizio dell’attività di defueling. Le attività di estrazione carburante e di ricerca continueranno. È ovvio che per il tempo trascorso e per le condizioni, pensare di trovare qualcuno in vita oggi appartiene solo alla categoria dei miracoli”. Sempre Gabrielli ha spiegato che “non è escluso che qualche corpo lo ritroveremo solo nel momento in cui l’imbarcazione sarà riposta in asse o sezionata e ci sarà la rimozione dell’imbarcazione o del relitto”.
Per quanto riguarda la ricostruzione dei tragici momenti dell’incidente della Concordia, cui è seguito il naufragio, Foschi nella commissione del Senato ha detto: “Ferrarini è stata la prima persona contatta dal Comandante Schettino. Nella prima telefonata il comandante informa Ferrarini di aver avuto un incidente grave. Nella seconda telefonata rivela che la galleggiabilità della nave non era compromessa e di aver avvisato i passeggeri. Alle 22.33 il comandante informa Ferrarini dello stato dello sbandamento della nave e due minuti dopo ha rivelato di voler abbandonare la nave”.
Oltre alla difesa di Costa Crociere davanti ai parlamentari, c’è quella della moglie dell’ex comandante della nave Concordia Francesco Schettino, che offre la ‘sua verità, sulle pagine del settimanale ‘Oggi’, in edicola da questa mattina, per una difesa accorata del coniuge. La signora Schettino, Fabiola Russa, dice “mio marito non è un mostro”. E sottolinea: “Chi sta in mare naviga, chi sta a terra giudica”.
Per quanto riguarda l’inchino, uno dei grandi accusati nella tragedia dell’Isola del Giglio, insieme a chi l’avrebbe eseguito, il comandante Schettino, Foschi ha detto: l’inchino della Concordia “non era autorizzato, Schettino ha deciso autonomamente”. “L’avvicinamento alla costa non é una pratica illegale a volte l’abbiamo autorizzata”, ha aggiunto Foschi, specificando però che “bisogna attenersi a determinate regole, mica ci si avvicina alla costa o ai porti a 16 nodi. Quella nave con quelle caratteristiche lì non ci poteva essere”. E poi l’a.d della Costa ha spiegato: “L’inchino è una definizione che non esiste, o meglio é una pratica che si usa solo in casi di difficile navigazione a causa di correnti e la nave si avvicina alla costa per cercare rotte più protette. Quella che facciamo è navigazione turistica, pratica adottata da tutte le navi crocieristiche, è una caratteristica che arricchisce il prodotto”. “La navigazione turistica – ha proseguito Foschi – viene pianificata seguendo un protocollo ben preciso, con una serie di precauzioni che garantiscono sicurezza”. Foschi ha poi dichiarato in commissione del Senato che “i passeggeri della Costa Concordia erano stati avvertiti che la nave avrebbe effettuato un passaggio ravvicinato a 5 miglia dalle coste dell’Isola del Giglio”.
Per quanto riguarda le ricerche dei dispersi il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Grosseto, Ennio Aquilino, in conferenza stampa con Gabrielli, ha spiegato che “i Ponti uno e due sono non sicuramente non raggiungibili”. “L’attraversamento dei pozzi – ha sottolineato Aquilino – è un altro grave problema”. “Il personale che si immerge in alcuni pozzi particolarmente inquinati- ha spiegato ancora il tecnico- deve avere attrezzature specifiche perché le mucose non possono entrare in contatto con queste sostanze”. “Abbiamo già raggiunto tutte le cabine e se ci fosse stato qualcuno lo avremmo sentito”, ha fatto sapere Aquilino, spiegando che “non si possono aprire perché si rischia che crolli tutto sull’operatore e che il materiale lo trascini nel baratro”.
Sul fronte della rimozione del carburante dalla nave, che rappresenta un grande rischio ambientale, Gabrielli ha affermato: “Stiamo cominciando dai serbatoi emersi, poi verrà l’aspetto della complicazione per quelli immersi. La quantificazione dei giorni necessari a svuotare i serbatoi è stata fatta dalla società che se ne occupa. Sono 28 giorni lavorativi stimati, ma essendo seri si sono presi anche dei margini di sicurezza. Abbiamo detto che sabato partiranno i lavori, vediamo se sabato inizieremo e poi faremo le valutazioni del caso”. “Noi – ha precisato Gabrielli – abbiamo previsto sabato per l’inizio del pompaggio ma poi se iniziano venerdì pomeriggio è ancora meglio. Anche i 28 sono i giorni per il defueling sono quelli di sicurezza, è ovvio che possono essere inferiori o dilatarsi”. Per quanto riguarda l’ingombrante relitto nel mare del Giglio, Gabrielli ha informato che “c’è l’ingiunzione fatta alla società armatrice di rimuovere la nave-relitto. Ma nessuno è tenuto alle cose impossibili, quindi ci sono delle tempistiche. La prima priorità è la ricerca delle persone, poi la rimozione del carburante”. Sul fronte della stabilità della nave, la scossa di terremoto che ha colpito oggi il Centro-Nord, non è stata avvertita all’Isola del Giglio. Nessun movimento, quindi, per lo scafo della Costa Concordia, ancora non stabile sul fondale.