Roma, perizia su musicista aggredito a Monti: in coma anche per tumore

Roma, 28 dic. (LaPresse) – Alberto Bonanni già soffriva di un tumore maligno alla testa quando la notte tra il 25 e il 26 giugno scorso subì l’aggressione al Rione Monti, a Roma. E il colpo preso in pieno volto, che gli causò un trauma cranico di ‘moderata entità’, realizzò “un apprezzabile incremento del già esistente edema cerebrale diffuso”, determinando “la progressiva formazione di un’ernia intracerebrale da cui è derivato uno stato di coma poi evolutosi in stato vegetativo persistente”. Sono le conclusioni contenute nella perizia neurologica del professor Natale Mario di Luca, nominato dal gip Valerio Savio nell’ambito dell’incidente probatorio disposto due mesi fa su richiesta dell’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Carmine D’Alise per tentato omicidio aggravato assieme a Christian Perozzi, Gaetano Brian Bottigliero, Massimiliano Di Perna e Mario Biscossi.

Per l’esperto, il giovane aggredito “presentava una neoplasia maligna della serie gliale molto voluminosa, con esteso edema” e questo “assume valore di causa preesistente”. Il tumore, in concorso con le lesioni provocate dal pestaggio, poi, “ha inciso in maniera significativa sull’attuale condizione clinica”. In un altro passaggio della relazione medico-legale, si spiega che le lesioni subite da Bonanni “sono pertinenti a un trauma di moderata entità, realizzatosi primariamente al volto, con coinvolgimento del parenchima encefalico”. Ma “l’onda d’urto” provocata dal calcio ha portato a “un apprezzabile incremento del già esistente edema cerebrale diffuso il quale scompensò la preesistente condizione di ipertensione endocranica di origine neoplastica, determinando la progressiva formazione di un’ernia intracerebrale da cui sono derivate le ulteriori conseguenze”.