Garlasco, terza udienza in corso

Garlasco, terza udienza in corso

Milano, 24 nov. (LaPresse) – La difesa di Alberto Stasi questa mattina davanti ai giudici della seconda corte d’Assise e d’Appello ha contestato tutti i punti della ricostruzione dell’omicidio di Chiara Poggi che accusa e parte civile avevano presentato in aula a Milano. La 26enne fu uccisa il 13 agosto 2007 nella sua casa di via Pascoli a Garlasco. Stasi, assolto in primo grado, è accusato di aver ucciso l’ex fidanzata con l’aggravante della crudenltà. Per i legali Angelo Giarda, Giulio e Giusepe Colli tra gli elementi chiave c’è l’orario della morte della ragazza, che “è un elemento fondamentale” per scagionare Alberto Stasi. Il pm di Vigevano Rosa Muscio, nella richiesta d’appello scrive che Chiara “potrebbe essere morta tra le 9:12 e le 9:36 oppure dopo le 12:45″ mentre il sostituto procuratore Laura Barbaini, nella sua requisitoria due giorni fa ha fissato l’orario tra le 9.12 e le 9.36”.

E proprio sul momento in cui Chiara è stata uccisa, hanno precisato i difensori, “ogni parte da una versione diversa per far combaciare questo elemento con la colpevolezza di Alberto”. “L’aggressione di Chiara – aggiungono i difensori – secondo la ricostruzione del pg ha una finestra temporale di soli 23 minuti, incompatibile” con quanto hanno affermato i periti che hanno parlato di “un’aggressione che dura diverse decine di minuti”.

Un altro elemento fondamente è l’analisi del pc dell’ex bocconiano che nell’estate del 2007 stava scrivendo la sua tesi di laurea. Alberto ogni mattina era solito lavorare al computer. “Lui lavorava ogni giorno dalle 9.35 alle 12.20”, hanno specificato i legali di Stasi che anche la mattina dell’omicidio il ragazzo ha mantenuto “le stesse abitudini dei giorni precedenti”. Il pg Barbaino nella sua requisitoria aveva parlato anche di un sms che Stasi ha inviato ad un amico che era al mare nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2007 e subito cancellato, fatto che per l’accusa dimostrerebbe l’insorgere di “un’emergenza”.

Per i difensori, però, non è dimostrabile che l’sms sia stato subito cancellato, perché il telefono di Stasi non è mai stato sequestrato, ma consegnato spontaneamente dalla difesa ad oltre due anni dal delitto. L’amico a cui Alberto ha inviato il messaggio è rientrato a Garlasco dal mare solo il 13 agosto e questo contrasterebbe con l’ipotesi di “un’emergenza” segnalata da Stasi.

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