Palermo, 19 nov. (LaPresse) – A Baucina, nel palermitano, i carabinieri hanno tratto in arresto un pensionato, classe ’39, per i reati di impossessamento illecito di beni culturali e reperti archeologici appartenenti allo Stato, violazioni in materia di ricerca archeologica, detenzione illegale di arma clandestina e munizionamento, ricettazione. Nel corso della perquisizione domiciliare, all’interno del garage, in un vano occultato dietro cataste di mattoni, i militari hanno rinvenuto 150 reperti archeologici, vasi in ceramica, corredi funebri, lucerne, colonnette, pesi da telaio, di produzione greca, risalenti al V° secolo A.C.

Nel corso del controllo è stata anche rinvenuto un revolver calibro 38, con matricola abrasa e 600 colpi, il tutto nascosto in un armadio della camera da letto, tra capi di biancheria. La quantità e la qualità della merce rinvenuta fa ipotizzare agli investigatori che il pensionato possa essere un ‘tombarolo’ che opera di notte, anche armato, nel parco archeologico sito in località Monte Falcone del comune di Baucina.

I reperti trafugati dall’uomo provengono dal parco archeologico situato in località Monte Falcone del comune di Baucina. Il parco conserva le tracce di un insediamento ellenico, risalente al IV secolo a.C., fondato sul versante sud-orientale del Monte Falcone in seguito alla penetrazione delle colonie greche nell’entroterra. La cittadella si trovava in un punto strategico dal punto di vista commerciale, lungo la via che collegava le colonie sulla costa con Akragas (Agrigento). Ancora oggi gli appassionati di archeologia possono raggiungere l’area archeologica di Monte Falcone, dove recentemente una campagna di scavi ha portato alla luce un’intera necropoli con numerose tombe del VI e V secolo a.C. Un tesoro costituito da ceramiche, suppellettili e anche da resti umani ha rivisto la luce dopo ben 2.500 anni.

Sul posto sono intervenuti i militari del nucleo carabinieri tutela patrimonio culturale di Palermo, con l’ausilio di personale specializzato della Sovraintendenza dei Beni culturali di Palermo per repertare e catalogare tutto il materiale rinvenuto stimato in 300.000 euro, il cui valore sul mercato nero diventerà almeno il doppio. Il reparto specializzato dell’arma dei carabinieri proseguirà ora l’attività di indagine al fine di accertare esistenza di un traffico illecito di reperti archeologici e di identificare eventuali complici.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata