Milano, 16 nov. (LaPresse) – Perquisito l’ufficio di presidenza dell’ospedale San Raffaele, sotto inchiesta per un passivo di 1,5 miliardi nei conti dell’istituto sanitario. Le Fiamme Gialle meneghine, inoltre, hanno perquisito anche la cascina adiacente alla struttura, dimora dei ‘Sigilli’, una decina di persone intime di don Verzé che lavorano per l’istituto sanitario da lui creato. Nell’ambito dell’indagine, della Procura di Milano su presunti fondi neri del San Raffaele, è stato sottoposto a fermo, nelle ultime ore, il faccendiere Piero Daccò, intermediario tra consulenze e l’istituto ospedaliero e sono stati iscritti nuovi indagati, tra cui don Luigi Verzé. Da quanto si è appreso è stata perquisita anche la cascina, la residenza adiacente alla struttura ospedaliera dove abitano i ‘Sigilli’, una decina di persone vicini a don Verzé che lavorano tutti per il San Raffaele.
Sono 20 le perquisizioni effettuate, in Lombardia, Liguria e Marche, dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta sull’ospedale San Raffaele, creatura di don Luigi Verzé, disposte dai pm meneghini Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta. Si tratta di società collegate, a vario titolo, con l’istituto sanitario milanese. Uffici, abitazioni e persino yacht, tutti intestati alla fondazione Monte Tabor o a persone vicine alla struttura di don Luigi Verzé.
Perquisizioni da parte della Guardia di Finanza anche a 2 yacht di proprietà di Piero Daccò, il 55enne faccendiere che fungeva da intermediario per affari e consulenze con l’istituto sanitario fondato da don Luigi Verzé, sottoposto a stato di fermo per pericolo di fuga. Oltre ai 2 yacht, ormeggiati ad Ancona, ‘Amerika – London’ e a Lavagna (Genova), ‘Ad Maiora’, sono state perquisite l’ufficio e l’abitazione della segretaria particolare di don Verzé, Daniela Maria Cattelan e la sede milanese della società di revisione ‘Argos’, depositaria delle società estere di Daccò.