Milano, 2 lug. (LaPresse) – I quattro agenti che giovedì sera hanno fermato e ammanettato, dopo una collutazione Michele Ferrulli, morto poco dopo durante il trasporto in ospedale, sono stati iscritti questa mattina nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio preterintenzionale. Quello del pm, Gaetano Ruta, è un atto dovuto anche in vista dell’autopsia del 51 enne che verrà eseguita lunedì o martedì prossimo. I quattro poliziotti, con ogni probabilità, verranno sentiti dopo che l’esito dell’esame autoptico sarà arrivato sul tavolo del pm. Sempre dopo l’autopsia, anche la Procura affiderà una consulenza medico legale per cui verrà previsto un termine molto breve. Secondo l’avvocato Massimo Pellicciotta, legale dei quattro poliziotti attualmente in servizio, una volta “esaminata la documentazione disponibile appare evidente l’estraneità degli agenti da qualsiasi ipotesi di reato”.
Una versione condivisa anche dal vice questore vicario, Nino Fabiano, che questa mattina in Questura ha spiegato che gli equipaggi delle due Volanti chiamate in via Varsavia, giovedì sera sono “intervenuti per una segnalazione di disturbo della quiete pubblica” e hanno fermato Ferrulli, visibilmente ubriaco. L’uomo “ha tenuto un comportamento aggressivo” ma “l’intervento degli ‘operanti’ è stato assolutamente in linea con le procedure”.
Il vice questore ha anche sottolineato come da parte della polizia ci sia la volontà dei “essere assolutamente trasparenti” su questa vicenda e di fornire “la massima collaborazione” alla magistratura che sta indagando. Allo stesso tempo, aggiunge Fabiano,”c’è la serenità di chi fa bene il suo lavoro”. Per la Questura infatti, ad uccidere l’uomo, sovrappeso e sofferente di cuore, è stato un malore. La famiglia del facchino di origine barese, che non ha ancora sporto denuncia, è invece convinta che il proprio congiunto sia stato ucciso a botte dalla polizia. I vertici di via Fatebenefratelli hanno anche cercato di contattare la moglie e i due figli del 51 enne, che però non hanno voluto accettare un incontro.
Ferrulli e due conoscenti romeni Mihai Nentuc e Emilian Nicolae, antrambi con piccoli precedenti, giovedì sera stavano bevendo e ascoltando musica ad alto volume davanti al bar ‘La Miniera’ in via Varsavia, tra il parco Alessandrini e l’Ortomercato. Alcuni vicini, infastiditi dagli schiamazzi, hanno chiamato la polizia. Quando intorno alle 22:00 due agenti hanno chiesto i documenti ai tre uomini, visibilmente ubriachi, Ferrulli ha reagito minacciando di colpire il capo pattuglia. A quel punto è stata chiamata una seconda Volante e i quattro poliziotti, dopo una colluttazione, hanno fermato Ferrulli e i due amici. Il 51 enne è stato fatto sdraiare, faccia a terra, davanti all’auto della polizia e gli sono stati immobilizzati i polsi con due paia di manette. L’uomo poco dopo si è accasciato e gli agenti hanno chiamato il 118. Il 51enne era in gravi condizioni quando è stato soccorso ed è morto in autoambulanza, nei dieci minuti necessari per raggiungere il Policlinico di San Donato. Al suo arrivo, i medici del pronto soccorso ne hanno constato il decesso e nel loro referto hanno scritto che presentava traumi ed ematomi di lieve entità, non compatibili con un pestaggio. Poi hanno avvertito, come d’obbligo, la magistratura.
Nel frattempo proseguono le indagini al quarto piano del Palazzo di Giustizia, dove il pm Ruta oggi ha sentito un altro testimone che ha assistito all’arresto. Il magistrato ha anche esaminato il video, girato con il telefonino da un passante, che riprende tutta la sequenza dell’arresto. Il filmato ieri è stato mostrato dai tg della Rai e in una versione più nitida da quelli delle reti Mediaset. Il file è stato anche portato in Procura dall’avvocato della famiglia, Fiaba Chiara Lovati, che ha consegnato al pm una chiavetta usb. Secondo il legale i poliziotti hanno ripetutamente colpito Ferrulli alla testa con un manganello e a mani nude.
Sarebbe più facile per gli inquirenti chiarire i molti dubbi che ancora restano sulla dinamica dell’arresto, se fosse possibile esaminare le immagini, non molto definite, direttamente dal telefonino. Ancora più utile sarebbe poter ascoltare l’autore del video, di cui in Procura al momento non si conosce ancora l’identità.