Roma, 18 giu. (LaPresse) – Il giorno del suo compleanno si è presentato alla porta con un regalo: la 75enne, nonna della sua fidanzata, gli ha aperto. Poi lui, 23enne romano. A dare un volto all’autore dell’omicidio sono state le immagini dell’impianto di videosorveglianza che la 75enne aveva fatto installare nell’abitazione. Nelle ore successive gli investigatori della squadra mobile di Roma hanno ricostruito il quadro indiziario a suo carico fino a chiudere il cerchio delle indagini arrivando alla sua identificazione.
E’ entrato, le ha dato un pugno stordendola, una volta a terra ha continuato a prenderla a calci. La donna è morta per una emorragia interna praticamente subito. Il 23enne ha anche tentato di sciogliere il corpo della donna nell’acido e di simulare un suicidio aprendo il gas: il cadavere è stato trovato immerso nella vasca da bagno dell’appartamento dell’anziana in zona Tuscolano e sul corpo della donna erano stati rinvenuti vari tagli, anche al collo. La scena dell’omicidio è stata ripresa dalle telecamere che la donna aveva installato all’ingresso. E’ questa la dinamica dell’omicidio avvenuto il 7 giugno e per il quale il 23enne è in stato di fermo con l’accusa di omicidio pluriaggravato da futili motivi e premeditazione. A firmare il provvedimento di fermo di indiziato di delitto è stato il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Andrea Mosca, coordinato dal procuratore capo Giovanni Ferrara.
Non è ancora chiaro movente dell’omicidio: il ragazzo, fidanzato dai tempi della scuola con la nipote della donna, non aveva mai dato segni di squilibrio, gestiva una società di servizi per condomini, è benestante. L’anziana, il giorno prima dell’omicidio aveva preso informazioni per cedere la nuda proprietà dell’appartamento a un beneficiario ignoto.
Ad avvertire la famiglia della vittima sono stati i vicini: i parenti a loro volta hanno chiamato le forze dell’ordine che, una volta dentro l’appartamento, hanno chiuso i rubinetti del gas. la donna non aveva buoni rapporti con la famiglia, poche anche le frequentazioni. Gli investigatori stanno analizzando la scena del crimine, e hanno anche prelevato un tampone boccale al 23enne per avere ulteriori prove della sua presenza sul luogo. Certamente il giovane ha indossato i guanti durante l’omicidio e un passamontagna mentre versava l’acido nella vasca.
“Oggi esistono tecnologie in grado di manipolare la mente umana”. Sono queste le uniche parole dette dal giovane 23enne fermato per l’omicidio della nonna della fidanzata agli investigatori, grazie alle telecamere piazzate nell’ingresso dell’abitazione della vittima. Assistito da un suo legale di fiducia, il ragazzo non ha negato le accuse ma neanche ha risposto alle domande durante l’interrogatorio che è durato poco. Ha inoltre parlato in modo confuso di un chip che avrebbe in testa e che avrebbe avuto una influenza su di lui durante l’omicidio. La fidanzata, nipote della vittima, per ora non è stata ascoltata perché in stato di forte choc, ma gli inquirenti si riservano di farlo appena possibile.