Recovery, Camera e Senato approvano la risoluzione di maggioranza

A Palazzo Madama 244 voti favorevoli, 16 contrari e 21 astenuti

Le Camere hanno dato il via libera al piano di ripartenza e resilienza voluto dal premier Draghi. In serata è arrivato l’ok del Senato con 224 voti favorevoli, 16 contrari e 21 astenuti. La Camera dei Deputati aveva dato il suo benestare con 442 voti a favore

“Il Parlamento sarà centrale anche per le riforme” ha detto Draghi durante la replica in Aula questa mattina. Il piano vale complessivamente 248 miliardi e sarà consegnato all’Ue entro il 30 aprile.

DRAGHI ALLA CAMERA SUL RECOVERY

Questa mattina è iniziata poco dopo le 11  la replica alla Camera del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sul Recovery plan. Nel suo intervento, Draghi ha ricordato che “c’è un profondo rispetto che il governo e io abbiamo per il Parlamento” e anche per gli enti locali.  “Gli enti locali sono i veri attuatori del Piano, devono avere un ruolo centrale perchè hanno la massima contezza dei bisogni del territorio”. “Indubbiamente i tempi erano ristretti – ha ammesso il presidente del Consiglio -: la scadenza del 30 aprile non è mediatica, ma se si arriva prima si accede ai fondi prima. La Commissione Ue andrà sui mercati intorno a maggio-giugno, poi la finestra si chiederà temporaneamente per l’estate, successivamente si avrà accesso alla quota della prima provvista”. 

“Nel piano – ha precisato il premier – si esplicita in maniera chiara come verranno spesi i fondi per il Mezzogiorno, sia quelli del Pnrr che quelli aggiuntivi. Ieri ho detto 80 miliardi ma in realtà sono 82, il 40% del piano per un 34% di popolazione“, mentre “per il turismo, per cultura e turismo ci sono 8 miliardi. Sono previsti interventi per la valorizzazione di siti storici e culturali, ci sono interventi nel digitale per consentire il collegamento dell’intero ecosistema turistico e la competitività delle imprese”.

“Per il turismo, per cultura e turismo ci sono 8 miliardi. Sono previsti interventi per la valorizzazione di siti storici e culturali, ci sono interventi nel digitale per consentire il collegamento dell’intero ecosistema turistico e la competitività delle imprese” ha precisato Draghi.

“Questo Piano prevede stanziamenti molto corposi, che permettono investimenti che sarebbero stati impensabili fino a poco fa. L’intero piano è un investimento sul futuro e sulle giovani generazioni. Come ho detto ieri, dobbiamo garantire ai nostri giovani welfare, sicurezza abitativa e un mercato del lavoro adeguato. Ho parlato delle misure del Piano per le famiglie giovani, quelle per le infrastrutture sociali e le case popolari, e gli incentivi fiscali per i mutui”ha precisato Draghi. “Inoltre, il piano interviene per garantire in maniera equa e adeguata il diritto allo studio, e stanzia quasi un miliardo per gli alloggi studenteschi, 500 milioni per le borse di studio per accedere all’università. Prevede poi l’ampliamento dei dottorati, attraverso un finanziamento cumulativo di circa un miliardo – ha aggiunto-. Ribadisco inoltre l’introduzione di una previsione per condizionare l’esecuzione dei progetti finanziati non solo dal Pnrr, ma anche da React-Eu e dal Piano complementare, alla nuova occupazione giovanile e femminile”.

“Il Piano prevede importanti misure a sostegno delle donne lavoratrici. Vi sono interventi a favore dell’imprenditoria femminile, ma soprattutto un corposo pacchetto per aiutare ad alleggerire il carico familiare che spesso grava sulle spalle delle donne. Il Piano asili nido stanzia ben 4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole d’infanzia. Questo investimento porta a creare circa 230mila nuovi posti destinati ai bambini più piccoli, e si tratta di una stima prudenziale. L’ambizione del Governo è raggiungere e superare gli obiettivi europei a riguardo. Si prevede inoltre il rafforzamento dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare”ha poi aggiunto Draghi.

“Molti hanno chiesto garanzie relativamente al Superbonus. Ribadisco che per questa misura, tra Pnrr e Fondo complementare sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate in precedenza. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 per le case popolari. Per il futuro, il Governo si impegna a inserire nel disegno di legge di Bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021. Sono completamente d’accordo, l’ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse, quindi con un dl che verrà presentato entro il mese di maggio, interveniamo con delle importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare” ha detto Draghi alla Camera per le comunicazioni sul Recovery plan.

DRAGHI AL SENATO

In serata prima del voto l’intervento del premier Mario Draghi al Senato

“La prima osservazione che mi viene da fare è che oggi è un giorno positivo, non è una cosa su cui dispiacersi. E’ positivo per l’Italia. Questo Senato è stato protagonista”.

“Dobbiamo lavorare insieme. I cambiamenti epocali che ci sono nel piano saranno attuabili solo se c’è volontà di successo, non di sconfitta”. 

“Il nostro obiettivo con il piano è ridurre i divari che l’Ue chiede di superare, non ccon una mera ripartizzione delle risorse. Il piano ha un vincolo di 5 anni:non è un alibi, è un dato di fatto. Dobbiamo lavorare insieme”. 

“Nel momento dell’attuazione le riforme saranno adottate con strumenti legislativi bnei cui procedimenti di adozione il Parlamento tutto avrà un ruolo determinante. La collaborazione tra il potere legislativo ed esecutivo è cruciale in questa prospettiva”.

“Sono stato spesso rimproverato avendo promosso una politica più espansiva ad aver rimosso lo stimolo per i paesi a fare riforme. Non è vero, non c’è nessuna relazione. Tanto è vero che ora le faremo, perché c’è il Pnrr che inaugura una nuova stagione a livello europeo. Questa è una scommessa sulla capacità di spendere e spendere bene. E’ una scommessa che vede l’Italia in prima fila: noi saremo responsabili del successo o della perdita di questa scommessa, e una sconfitta sarebbe grave perché i primi a pagarne il prezzo saremmo noi ma anche perché a pagarne il prezzo sarebbe l’Europa, non ci sarebbe più la possibilità di convincere gli europei a fare una politica fiscale comune, a mettere i soldi insieme”.

SALVINI A DRAGHI: SI FIDI DI CHI DIFENDE LE IDEE

“La invito a fidarsi di chi ha il coraggio di difendere le proprie idee anche prendendo posizioni scomode e di diffidare di chi dice sempre e solo sì non per amor di Patria ma per amor di poltrona”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini intervenendo in aula al Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi.

MELONI ALL’ATTACCO: NO A PIANO DI DRAGHI

“Il Parlamento su questo piano, forse il documento più importante della storia repubblicano, è stato ignorato, permettemi di dire, è stato deriso. Noi siamo stati mesi impegnati sul piano di Giuseppe Conte, poi Conte è andata a casa perché Italia Viva diceva che un piano così importante non può essere gestito da forze oscure ma deve essere valutato dal Parlamento. Dov’è ora Renzi, in Arabia Saudita?”. Così la leader di FdI Giorgia Meloni nelle dichiarazioni di voto. “Ci sono troppe risposte che restano drammaticamente inevase. La riforma del fisco, per esempio. Anche Conte voleva lo sviluppo del Sud, io sono d’accordo, poi però l’ha risolto con il reddito di cittadinanza e lì non sono più d’accordo” ha aggiunto la leader di FdI.

“Un partito serio” non vota a scatola chiusa con un “prendere o lasciare, e per questo noi dobbiamo astenerci adesso da ogni giudizio e quando sarà compiuto il nostro giudizio, le garantisco che sarà libero e non viziato da interessi di parte come quello di qualcun altro” ha poi precisato Meloni.