Barelle sul pianerottolo delle scale. Continuano a fare discutere in Piemonte le foto diffuse dal Nursind regionale, il sindacato delle professioni infermieristiche, su alcuni ospedali del territorio, tra cui il Maria Vittoria di Torino. La denuncia, arrivata martedì attraverso le parole del segretario Francesco Coppolella, non perde di forza: “I pronto soccorso pieni, impossibile assistere pazienti“. E per questo motivo nella mattinata di mercoledì il presidente della Regione, Alberto Cirio, decide di effettuare un sopralluogo nell’ospedale torinese per verificare di persona la situazione. Situazione “che sta progressivamente migliorando e che continua ad essere sotto monitoraggio dalle strutture aziendali e dal D.I.R.M.E.I”, rassicura l’Asl Città di Torino, sottolineando che si era verificato un iperafflusso di pazienti. Parallelamente, proseguono, come da un anno a questa parte, i controlli dei carabinieri del Nas nel capoluogo piemontese volti a verificare il rispetto delle norme anti-Covid e il regolare svolgimento delle attività nelle diverse strutture sanitarie della città.
In particolare al Maria Vittoria, riferisce l’Asl Città di Torino, subito è stata attivata una task force che ha permesso di trasferire una cinquantina tra pazienti Covid positivi e non, in attesa di ricovero, tra gli ospedali Martini, Amedeo di Savoia, Sperino Oftalmico e Piccola Mole, oltre ad altre strutture esterne all’Asl. Nei giorni scorsi erano stati attivati altri 7 posti letto di terapia semi-intensiva, mentre è in allestimento un reparto di ulteriori 22 per decongestionare ancora l’attività del pronto soccorso e implementare l’attività delle strutture di cardiologia e di neurologia.
L’episodio riapre la polemica, mai sopita, sulla riapertura dell’ospedale da campo del Valentino. A schierarsi a favore il capogruppo Pd Raffaele Gallo, e i consiglieri Domenico Rossi e Daniele Valle, ma anche Francesca Frediani, del Movimento 4 Ottobre Piemonte, che sferza: “Dopo i trascorsi della prima ondata un governo regionale lungimirante si sarebbe organizzato per affrontare al meglio le successive ondate. Oggi invece pare tutto già visto: ospedali al collasso, curva dei contagi in rialzo, personale sotto assedio e zero programmazione”.
Tra le immagini diffuse dal sindacato anche quelle dell’ospedale di Rivoli e Chivasso, pieni in sala d’attesa e nei corridoi. “Impossibile poter curare e assistere in queste condizioni. Continuiamo a pagare l’inefficienza del nostro sistema sanitario”, la denuncia di Coppolella, da cui è partito tutto.