Nel periodo di osservazione dell’epidemia di Covid-19 (febbraio-novembre 2020) si stimano complessivamente circa 84 mila morti in più rispetto alla media del 2015-2019. È quanto emerge dal quarto rapporto a cura dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità. I decessi di persone positive al Covid-19 registrati dalla Sorveglianza integrata riferiti allo stesso periodo sono 57.647 (il 69% dell’eccesso totale). “Si ricorda, tuttavia, che il rapporto tra i decessi segnalati alla Sorveglianza integrata e l’eccesso di mortalità del periodo febbraio-novembre 2020 – si legge nel rapporto – non può dare conto del contributo effettivo del Covid-19; questa misura, infatti, risente di problemi metodologici collegati al consolidamento delle basi dati (sia della Sorveglianza integrata sia di Istat) e della difficoltà nell’identificare i decessi causati da Covid-19 quando questi avvengono in pazienti con numerose patologie concomitanti”.
In molte regioni del Nord, l’eccesso di mortalità totale del mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile. È quanto emerge dal rapporto a cura dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità. In particolare, in Valle d’Aosta (+139,0% rispetto al +71,0% di aprile), in Piemonte (+98,0% a novembre rispetto al +77,0% di aprile), Veneto (+42,8% rispetto al +30,8% di aprile), e Friuli-Venezia Giulia (+46,9% vs +21,1%). L’incremento dei decessi registrato a novembre è più basso di quello osservato in corrispondenza della prima ondata dell’epidemia solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e il +118% di aprile) e in Emilia-Romagna (+34,5% rispetto al +69% di marzo).
La classe degli over 80 risulta quella con la più alta percentuale di decessi per Covid-19 (il 60% dei decessi complessivi) nel periodo tra febbraio e novembre 2020. È quanto emerge dal rapporto dell’Istat e dell’Istituto superiore di sanità sull’impatto dell’epidemia sulla mortalità in Italia. Per quanto riguarda le classi di età, lo scostamento della mortalità dall’andamento precedente al periodo in cui è iniziata l’emergenza è ben evidente a partire dal mese di marzo per le età superiori ai 49 anni e aumenta al crescere dell’età. L’eccesso di circa 50mila decessi per il complesso delle cause riscontrato a livello nazionale per il periodo marzo-maggio 2020, rispetto alla media dello stesso periodo degli anni 2015-2019, è dovuto per il 72% – si legge – all’incremento delle morti della popolazione con 80 anni e più (36 mila e quattrocento decessi in più).
L’incremento della mortalità nella classe di età 65-79 anni – fanno sapere ancora Istat e Iss – spiega un altro 23% dell’eccesso di decessi in corrispondenza della prima ondata dell’epidemia di Covid-19; in termini assoluti l’aumento rispetto al dato medio 2015-2019 è di 11 mila e settecento decessi (che complessivamente in questa classe di età ammontano a poco meno di 53 mila). Nei mesi di ottobre e novembre, si osserva un fenomeno analogo, l’incremento complessivo dei decessi supera le 31 mila e settecento unità, di cui oltre 23 mila decessi in più nella classe di età da 80 anni in poi (che copre il 74% dell’aumento dei morti totali del bimestre).