Sarà la scienza a decidere “su dati oggettivi” come gli italiani trascorreranno le prossime festività natalizie. E la linea sarà durissima. Una sorta di lockdown che interesserà i giorni prefestivi e festivi di tutto il periodo natalizio e che vedrà in atto misure restrittive pari a quelle o delle zone rosse o arancioni. La decisione finale sarà presa tra stasera e domani mattina, dopo che il Comitato tecnico scientifico avrà formulato una proposta che l’esecutivo dovrà vagliare per poi decidere. Il messaggio consegnato al governo dai tecnici, nel corso della riunione con il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione di maggioranza, è chiarissimo: non possono essere accettate ‘defezioni’ o ‘leggerezze’ perché a gennaio non possiamo rischiare un aumento della curva del contagio da Coronavirus, che vedrebbe compromesso anche il piano vaccini. Pertanto il suggerito del Cts, che somiglia più a un ordine di scuderia, è quello di estendere e rafforzare le misure adottate fino ad oggi, anche con una sorta di lockdown, per tutto il periodo delle festività.
Il ragionamento del Comitato tecnico scientifico si basa, viene spiegato, sull’impossibilità di avere un controllo capillare del territorio, mentre i dati dei contagi restano preoccupanti. Seduta al tavolo del vertice, durato circa tre ore, anche il ministro Luciana Lamorgese, per definire un’ulteriore stretta che tenga sotto controllo gli assembramenti, il contagio e gli spostamenti. Al vaglio -dopo le immagini delle vie dello shopping gremite di domenica scorsa e il pericolo di un assalto a treni e aerei per gli spostamenti di milioni di italiani – anche la chiusura del week end del 19 e 20 dicembre.
La stretta proposta dal Cts è musica per le orecchie dei “rigoristi” che compongono il governo. Primo fra tutti il ministro della Salute, Roberto Speranza, che ieri ha rinnovato l’appello a “non vanificare gli sforzi” delle ultime settimane, ribadendo la necessità per il governo di valutare misure che “possono essere utili e ci possono aiutare, soprattutto nelle settimane delle vacanze di Natale, ad evitare che arrivi una terza ondata e una nuova recrudescenza”. A fargli eco il collega del Pd, Francesco Boccia: “Dobbiamo essere più rigorosi durante le festività. Se decidiamo che nelle festività si fanno delle scelte, e bisogna essere rispettosi delle scelte, se ci saranno restrizioni ulteriori, saranno per le festività e saranno legate agli assembramenti familiari che dovranno essere limitati o eliminati”.
Parole che sembrano chiudere il dibattito sull’allentamento delle misure sulla mobilità tra comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e primo gennaio. In Senato oggi il Partito democratico con le Autonomie ha presentato una mozione che permetta il ricongiungimento familiare tra i comuni al di sotto dei 10mila abitanti. La speranza, trapela tra i corridoi di palazzo Madama, è che il testo venga poi accolto anche da Italia Viva e M5S, ma le speranze sono minime. La rotta imboccata dal governo, più propenso a irrigidire le misure, poco si sposerebbe con un allentamento spot difficile da controllare. L’ipotesi più accreditata è quella che alla fine il testo non superi il voto di mercoledì in aula, dopo che l’esecutivo di Giuseppe Conte abbia certificato la stretta.
Resta comunque da sciogliere il nodo dei ristori, qualora si andasse soprattutto verso un Natale in ‘zona rossa’. Molti esercenti – come ristoranti, bar e negozi – in caso di cambio di programma si troverebbero costretti a chiedere ulteriori sostegni economici. Una eventualità già sul tavolo del governo che sarà vagliata prima dell’incontro con le regioni.