Coronavirus, ricetta Welfare Italia: sanità digitale, alleanza pubblico-privato

Al forum organizzato da Unipol sono intervenuti anche i ministri Gualtieri e Bonetti e il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi

Un welfare nuovo per una sanità digitale, aiuti alla natalità e al lavoro delle donne, fondi europei da usare nel modo più efficiente possibile. Sono gli ingredienti della ricetta che emerge da ‘Welfare, Italia’, il forum organizzato da Unipol con gli interventi dei ministri per la Famiglia e per l’Economia. L’amministratore delegato della holding, Carlo Cimbri, ricorda che, a fronte di una spesa sanitaria di 120 miliardi complessivi, la componente integrata dal privato è di 40 miliardi, cioè un terzo. “Di questi solo 4 miliardi, il 10%, è pagato da forme di previdenza integrativa, il resto direttamente dallo stipendio: questa è una cosa che in prospettiva è pericolosissima – avverte Cimbri -. Chi potrà pagarsi le cure, in questo modo, saranno solo i ceti più abbienti”.

Il presidente di Unipol, Pierluigi Stefanini, sottolinea che le politiche di welfare dovrebbero essere gestite da un un’alleanza tra pubblico e privato. E’ la stessa linea del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che auspica “un sistema basato sulla complementarietà e non sulla concorrenza”. Più in generale, Gualtieri sostiene che il welfare universalistico vada certamente difeso e rilanciato ai tempi del coronavirus, ma le tendenze strutturali su lavoro e demografia mostrano che gli strumenti di aiuto vadano rivisti.

E’ quello che sta provando a fare Elena Bonetti, ministra alla Famiglia che al Forum presenta l’assegno universale che verrà introdotto con la legge di bilancio. A partire da luglio dell’anno prossimo, in base al reddito, le famiglie riceveranno un assegno per ogni figlio da 7 mesi ai 21 anni. Verranno poi finanziati nuovi asili nido e sarà rivista la fiscalità. “Nessuna politica per la natalità potrà essere efficace se non c’è una politica che comprende un investimento straordinario, inedito nel nostro Paese, sul lavoro femminile e sulla valorizzazione dell’esperienza femminile”, sottolinea Bonetti.

Delle sfide per la salute si occupa invece Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute e advisor scientifico di ‘Welfare, Italia’, che denuncia una “visione miope, che considerava la struttura sanitaria come un costo e non come un investimento”. Secondo le stime di ‘Welfare, Italia’ la pandemia ha portato un incremento della spesa sanitaria di oltre 1,5 miliardi di euro. E questo dato è relativo al settembre: è certamente destinato a crescere.

Un risparmio, secondo il Forum, arriverebbe con l’introduzione del fascicolo sanitario: di fronte ad un investimento stimato in circa 5 miliardi, consentirebbe una riduzione delle giornate di degenza fino al 25%, con un risparmio di circa 1,5 miliardi ogni anno. Inoltre, la riduzione dei tempi di attesa e le minori necessità di spostamento, soprattutto per i territori più isolati, potrebbe portare ad un ulteriore risparmio di 3 miliardi annui.

Si tratterebbe di un miglioramento utile anche ai conti pubblici: come spiega il rapporto preparato per l’occasione da ‘The European House – Ambrosetti’, quest’anno il Pil italiano scenderà del 10,8% e il rapporto debito/Pil schizzerà vicino al 160%, sfiorando vette negative raggiunte soltanto durante i conflitti mondiali del secolo scorso.