Dpcm, i sindaci contro il governo. Decaro: “Irrealizzabile chiudere piazze con la sola polizia locale”

Caos dopo le parole di Conte ma dal dpcm sembra scomparso il riferimento ai sindaci

"Nel testo del nuovo Dpcm, illustrato questa sera in tv dal presidente del Consiglio Conte, si prevede che i sindaci dispongano dopo le 21 la chiusura di vie e piazze dove si possono creare assembramenti, fatta salva la possibilità di deflusso e di accesso per chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private. È una previsione non concordata con i rappresentanti dei sindaci, mai discussa negli incontri che si sono tenuti con il Governo fino a stamattina, e che i sindaci giudicano non realizzabile con le sole forze di polizia locale a loro disposizione". Lo scrive su Facebook il sindaco di Bergamo, Gorgio Gori. "Condivido dunque – prosegue – la posizione del presidente dell’Anci, il sindaco di Bari Antonio Decaro, rilanciata in queste ore da moltissimi altri sindaci: 'La norma inserita dal governo nel Dpcm sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell'ordine a controllare le aree pubbliche in cui sara' vietato l'ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un'altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso'". "Condivido pertanto, insieme agli altri sindaci, la richiesta al Governo che la disposizione sia stralciata dal Dpcm. Nell’attuale formulazione è infatti inapplicabile", conclude Gori.

I sindaci

Diversi sindaci si sono espressi nella stessa direzione. "Ieri, in serata, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha illustrato le novità del nuovo DPCM, volte a rinforzare le misure anticontagio nel Paese. Per ciò che riguarda gli spazi urbani, vi è un passaggio che fa riferimento alla possibilità di chiudere al pubblico, dopo le ore 21, strade e piazze ove si possano creare assembramenti. Eccezion fatta per deflusso dalle stesse aree, accesso a locali legittimamente aperti e passaggio dei residenti. Ora, è evidente che – pur comprendendo l'assoluta necessità di misure urgenti per il contenimento del contagio e la complessità della gestione delle stesse – un simile onere deve essere concertato da tutte le Istituzioni territoriali, con ampie competenze in termini di sicurezza e controllo. Non può in alcun modo essere in capo alle singole Amministrazioni locali". Così in una nota la sindaca di Torino, Chiara Appendino. "È chiaro, infatti – aggiunge -, che la nostra Polizia Municipale non sarebbe in grado di aggiungere ai già numerosissimi compiti anche un controllo così capillare degli spazi pubblici, peraltro in un momento delicato come quello che stiamo vivendo. Per questo condivido le preoccupazioni espresse dal Presidente dell'ANCI, il collega Antonio Decaro. Preoccupazioni che, sono certa, verranno comprese dal Governo, dal quale attendiamo la nota interpretativa. E sulle quali ci confronteremo domani stesso con in sede di COSP".

"Le preoccupazioni dei sindaci erano fondate. Ovviamente per decidere la chiusura dei quartieri serve il coinvolgimento dei prefetti. Auspico che nella versione finale del Dpcm ci sia chiarezza per scelte fatte con coinvolgimento prefetti, sindaci e asl". Lo ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti a margine di una conferenza stampa alla Garbatella. "Mi sembra che la notte abbia portato consiglio e si stia andando verso indicazione più chiara", conclude.

Il parere dell'Uncem e il giallo sulle parole nel dpcm

"Nella bozza delle ore 15 del 18 ottobre 2020 del DPCM firmato nella notte dal Presidente Conte, compare evidenziato in giallo, e in parte in verde, il comma 2-bis dell'articolo uno, poi diventato prevedendo che 'I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private'. Nel testo definitivo, pubblicato, il testo dell'articolo è stato modificato: '2-bis. Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private'. La modifica arriva dopo le segnalazioni di Anci e Uncem al Governo, ma quella frase andava formulata diversamente. Senza scaricare responsabilità sui Sindaci". Così Uncem in una nota. "Resta particolarmente complessa – prosegue il comunicato – l'organizzazione del servizio scolastico. Il DPCM prevede che 'le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9.00'". "Questo complica la situazione nelle aree montane, per gli studenti dei Comuni delle Alpi e degli Appennini. In primo luogo a causa della connessione debole o assente, come Uncem ha sempre denunciato – precisa il presidente Marco Bussone – e soprattutto per l'organizzazione dei trasporti. Che dovrà urgentemente adeguarsi a questa normativa. È un problema organizzativo e di accesso al servizio scolastico che va risolto urgentemente".