Il Ct ha parlato del match di sabato contro la nazionale dei "Tre Leoni"

Il ricordo è dolce, ma fino a un certo punto. L’Italia torna lì dove è salita sul trono d’Europa, ma nel giro di un anno è cambiato tanto, per non dire tutto. E non perché gli azzurri affronteranno gli inglesi a Wolverhampton anziché a Wembley. L’Inghilterra utilizzerà la Nations League come test per preparare il Mondiale in Qatar, l’Italia – che la Coppa del Mondo la potrà guardare solo dalla televisione – è un cantiere aperto, in piena ricostruzione dopo la debacle primaverile che ha portato al mancato accesso, per la seconda volta di fila, alla competizione calcistica più importante in assoluto. Il ct Roberto Mancini anche al ‘Molineux’ cambierà qualcosa, ripartendo dalle buone impressioni offerte contro Germania e Ungheria. In attacco il tecnico di Jesi si affiderà ancora una volta a Gianluca Scamacca, con l’obiettivo di spezzare il lungo digiuno di gol degli attaccanti, uno dei nervi scoperti di questa Nazionale che sta cercando di ritrovarsi.

“Sarà una partita dura come tutte le gare che si giocano contro l’Inghilterra. Non è una rivincita, questa è una partita completamente diversa da una finale. Poi si gioca qui, dove solitamente non gioca la Nazionale, e a porte chiuse. Sarà un’altra cosa”, si affretta a dire il ‘Mancio’, che si troverà davanti una Inghilterra sperimentale, come anticipato dal ct Gareth Southgate, e senza il supporto dei propri tifosi visto che la nazionale dei Tre Leoni deve scontare la squalifica per quanto avvenuto nella finale di Euro 2020. Gli unici spettatori saranno i circa 1500 bambini delle scuole calcio. Nonostante l’atmosfera surreale gli azzurri, che guidano il girone dopo due gare, sono chiamati a difendere il primato. “Un po’ di cambi ci saranno sicuramente, dobbiamo valutare le condizioni dei ragazzi che hanno giocato due partite in quattro giorni. Potessimo riuscire a non stravolgere tutto sarebbe meglio”, ammette Mancini, comunque intenzionato a “far debuttare i più giovani se ci sarà possibilità”.

La ferita per la mancata qualificazione al Mondiale brucia ancora, ma il ct ammette che anticipare questo nuovo ciclo azzurro “era una cosa impossibile da fare, non c’era tempo e non c’era una logica. Abbiamo vinto l’Europeo e dopo un mese e mezzo abbiamo iniziato a giocare. Quella era la squadra che aveva anche iniziato le qualificazioni Mondiali e, a parte Chiellini e Bonucci, si tratta di tutti ragazzi sotto i 30 anni”. La rivoluzione è iniziata, ma alcuni di loro faranno ancora parte di questo gruppo, anche se la linea tracciata è chiara. “Dobbiamo puntare sui giovani, all’Europeo e al Mondiale del 2026 che proveremo a vincere”. Parola di Mancini.

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