Successo in rimonta dei gialloblu. Decide un rigore di Pazzini nel finale

La notizia è che questa volta Cristiano Ronaldo non basta. L'asso portoghese va a segno per la decima partita di campionato di fila ma è l'unico a salvarsi nella disfatta bianconera a Verona. Perché il mal di trasferta continua ad affliggere la Juventus, che si porta in vantaggio a metà ripresa dopo un primo tempo di passione (seppur con due legni colpiti) ma viene rimontata nel quarto d'ora finale e soccombe per la terza volta in stagione. Una sconfitta pesante, non da grande squadra, che potrebbe valere l'aggancio in vetta qualora l'Inter dovesse aggiudicarsi il derby. I malanni di Sarri sono quelli cronici che Bonucci e compagni si portano dietro da settembre: scarsa attenzione difensiva, poca concentrazione nei momenti clou dei match e una manovra che funziona troppo a intermittenza. L'Hellas invece si conferma la squadra più in forma del momento: al terzo impegno in una settimana dopo i pareggi con Milan e Lazio Juric confeziona l'impresa, in rimonta, che manda il Bentegodi in visibilio. E ora la classifica profuma d'Europa.

Sarri conferma il 4-3-3 che ha travolto la Fiorentina mandando ancora una volta in panchina Dybala. Formazione tipo anche per Juric, che ritrova Amrabat in mezzo al campo e avanza Pessina accanto a Zaccagni dietro l'unica punta Borini. L'Hellas della prima mezzora fa il diavolo a quattro e mette in enorme difficoltà la Juve, sul piano del gioco e del ritmo. I padroni di casa, spinti da un Bentegodi bollente, non sembrano alla terza partita in sei giorni e dopo aver messo alle corde Milan e Lazio costringono a rintanarsi ad aspettare momenti migliori anche i campioni d'Italia. Che, dopo il salvataggio di Szczesny sul tiro cross di Faraoni, vanno a un passo dal capitolare al 21', quando il Var dopo una lunga revisione annulla per fuorigioco la rete di testa di Kumbulla. La Juve prende campo dopo metà del primo tempo, quando la squadra di Juric inizia a rifiatare dopo aver giocato ai cento all'ora per mezzora. Non che i bianconeri non si fossero pericolosi prima, per una traversa del funambolico Douglas Costa (con decisiva deviazione di Silvestri) che grida vendetta. Nella squadra di Sarri però sono le iniziative personali a prevalere sul gioco corale. E i lampi sono estemporanei. Troppo estemporanei.

Quando puoi contare su un CR7 in squadra però tutte le valutazioni tecniche e tattiche vengono messe in discussione. Il fuoriclasse portoghese fa le prove generali del gol sul finire del primo tempo, con un rasoterra velenoso che termina la propria corsa contro il palo. Poi ci prova con un tiro a giro che Silvestri osserva uscire non di molto e infine con un colpo di testa in tuffo su cross di Douglas Costa. Nella ripresa il copione del match cambia completamente: gli ospiti prendono in mano il pallino del gioco, i ritmi si abbassano ma l'Hellas è meno pimpante e intraprendente dalle parti di Szczesny. E la Juve passa. Dybala, entrato per Higuain, serve in profondità CR7, che parte da centrocampo, sfida Rrahmani e dopo un doppio passo lo salta, battendo anche Silvestri con una conclusione chirurgica. Una volta in vantaggio la Juve sembra in controllo, ma questo Verona non muore mai. E rinasce su un'ingenuità di Pjanic, che con un tocco leggero all'indietro finisce per servire Borini che trafigge Szczesny. Il tutto dopo un tacco di Bentancur, altra giocata troppo superficiale. Gli scaligeri però non si accontentano. E al 40' il Bentegodi esplode quando Massa, richiamato al Var, concede un penalty ai padroni di casa per un fallo di mano di Bonucci sul colpo di testa di Kumbulla finito contro la traversa. Dal dischetto proprio Pazzini fa gioire l'Hellas. E condanna la Juve alla terza sconfitta esterna nelle ultime cinque gare. Qualcosa in più di un semplice campanello d'allarme.

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