Gattuso eguaglia il triste primato negativo di Liedholm del 1984 e vede traballare la propria panchina sempre più. Ennesima giornata no per Higuain. Annullato il gol di Ciano

Il fatto che contro una neopromossa, penultima in classifica, il migliore in campo sia il proprio portiere, la dice lunga sullo stato di salute – o meglio di crisi – del Milan. Che non va oltre lo 0-0 (il quarto consecutivo) in casa del Frosinone e prolunga il digiuno di gol (l'ultimo contro il Parma il 9 dicembre scorso). Gattuso eguaglia così il triste primato negativo di Liedholm del 1984 e vede traballare la propria panchina sempre più. Anche perché, nell'ennesima giornata no di Gonzalo Higuain, a tenere in piedi i rossoneri in un lunch match indigesto per il 'Diavolo' è stato Gigio Donnarumma, autore di un paio di interventi decisivi, di cui uno in pieno recupero, per evitare una sconfitta che avrebbe fatto piombare Romagnoli e soci nel baratro.

Gattuso perde l'estro di Suso (rimpiazzato per ruolo e compiti in campo da Castillejo) ma ritrova pedine fondamentali nel suo scacchiere. Bakayoko e Kessie tornano dopo la squalifica a far legna in mezzo al campo, in difesa Musacchio rientra dopo un lungo stop e affianca Romagnoli. Sugli esterni agiscono Calabria e Rodriguez, nella riproposizione di un 4-3-3 che vede in attacco Higuain, Cutrone e Castillejo. Baroni si affida a un 3-5-2 compatto con Ariaudo a guidare la difesa e la coppia Pinamonti-Ciano davanti.

I rossoneri per scacciare le streghe del recente periodo partono forte, ma Cutrone spreca subito una ghiotta chance con una girata da due passi da distanza ravvicinata che termina a lato. Al 18' ci prova Castillejo, che fa tutto bene, rientra sul sinistro e prova a infilare Sportiello sul primo palo. L'intento riesce, ma la palla colpisce la base del palo e il Frosinone si salva.

Dopo la sfuriata iniziale il 'Diavolo' perde certezze con il passare dei minuti e mette 'in mostra' i soliti difetti. La squadra fatica a trovare un equilibrio tra i reparti e dalla metà campo in su è troppo prevedibile. L'emblema delle difficoltà del Milan è rappresentato da uno spaesato Gonzalo Higuain, sempre più l'ombra del cannoniere che con la maglia del Napoli prima e della Juve poi ha bucato le difese di ogni squadra.

I padroni di casa percepiscono lo stato di confusione di Romagnoli e compagni e iniziano a mettere il naso fuori, in particolare con le scorribande sulla destra di Ghiglione, pericoloso sia come assistman (Chibsah si coordina male al 15', Beghetto al 35' spara alto tutto solo), sia in proprio (bella parata di Donnarumma alla mezzora). I ciociari prendono coraggio e vanno anche a segno, con la zampata di Ciano che fa esplodere il 'Benito Stirpe', ma Guida annulla dopo un consulto al Var per un precedente fallo su Calhanoglu al momento della ripartenza del Frosinone.

Nella paradossalmente il Milan appare ancora più spaesato. La squadra di Gattuso attacca a testa bassa (Cutrone viene murato da Ariaudo sul traversone dalla destra di Castillejo) ma dietro si scopre pericolosamente e solo un Donnarumma in versione superman evita il tracollo. Al 13' Pinamonti sbuca sul secondo palo e manca il colpo del ko di un soffio, poco dopo il portiere rossonero si immola sulla botta dalla distanza di Ghiglione. Gattuso ribalta la sua squadra cambiando gli esterni con gli inserimenti di Laxalt e Conti. Il gol però non arriva, nonostante il forcing nel quarto d'ora finale. Anche perché Gonzalo Higuain spreca malamente mandando alto dal dischetto del rigore al 44'. Stessa sorte poco prima per il rasoterra di Kessiè, su invito del 'Pipita', e sul tentativo di Cutrone, chiuso da Sportiello. L'ultimo sussulto lo regala Ciano, che riceve palla dalla corsia mancina e calcia a botta sicura. Donnarumma risponde ancora una volta presente e salva il Milan. E, probabilmente, la panchina di Gattuso. Almeno fino al match con la Spal, che assomiglia sempre più a un'ultima spiaggia in questo dicembre nero per il Diavolo.

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