Dura circa quattro minuti il sogno di rossoneri di compiere una storica rimonta

Dura circa quattro minuti il sogno del Milan di compiere una storica rimonta. Ovvero l'intervallo di tempo tra il siluro di Calhanoglu, che aveva gelato l'Emirates, e il contestatissimo rigore realizzato da Welbeck, per una trattenuta – lieve, se effettivamente avvenuta – di Ricardo Rodriguez sullo stesso attaccante. Poi nella ripresa l'Arsenal fa l'Arsenal e il Milan è costretto a salutare l'Europa League agli ottavi di finale tornando a casa da Londra con un pesante 3-1 sulle spalle. Nel mezzo però c'è una squadra che non molla mai e che anche in Inghilterra ha dimostrato margini di crescita.

Gattuso punta su un 4-4-2 compatto con Cutrone affiancato da Andrè Silva, matchwinner nell'ultima di campionato contro il Genoa, in attacco. Sugli esterni libertà di inventare per Suso e Calhanoglu, Kessiè e Montolivo, preferito a Biglia, compongono la diga centrale. In difesa Borini viene impiegato come terzino destro, dall'altra parte c'è Ricardo Rodriguez, in mezzo la coppia titolare Bonucci-Romagnoli. Dalla parte opposta Wenger conferma per nove undicesimi la squadra capace di espugnare San Siro una settimana fa. Le uniche novità riguardano gli esterni difensivi, dove Bellerin e Monreal rilevano Chambers e Kolasinac. L'unica punta è Welbeck, supportato da Mkhitaryan, Wilshere e Ozil.

Pronti via e il Milan è subito pericoloso con Andrè Silva, che sfiora il gol su assist di Borini, imbeccato da Suso. Poco dopo gli inglesi perdono per infortunio Koscielny, rimpiazzato da Chambers. Con il passare dei minuti i padroni di casa trovano le contromisure all'avvio aggressivo degli ospiti e vanno vicini al gol al 25' con Welbeck, che impegna Donnarumma al primo dei suoi numerosi interventi di questa serata.

 

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