Antonio Conte è stato e sarà il nostro uomo in più, in panchina e, estendendo il concetto, sul campo

Conviene non attaccarsi a nulla. Nè ai precedenti, che dalla notte dei tempi ci sorridono e ci dipingono agli occhi dei tedeschi come una sorta di incubo calcistico; né all'entusiasmo che dopo il trittico Belgio-Svezia-Spagna si è impossessato di qualsiasi italiano vagamente appassionato di calcio; né dell'alibi di chi non c'è o di chi ci sarebbe mezzo scassato. Il quarto di finale contro la Germania va giocato 'a prescindere' da tutto e da tutti, ma va giocato fino in fondo. Come spesso ci è capitato nelle ultime sfide, la Nazionale parte sfavorita: perché la squadra di Joachim Loew è campione del mondo ed è oggettivamente molto forte, perché non ci presentiamo nelle migliori condizioni possibili sotto il profilo dell'organico. Eppure, e dobbiamo esserne consapevoli, anche così un po' di paura lo facciamo.

Antonio Conte è stato e sarà il nostro uomo in più: in panchina e, estendendo il concetto, sul campo. Nessun azzurro ha voluto confidare cosa ha studiato il ct per bloccare l'armata tedesca, quale diavoleria tattica avrà attraversato il suo cervello nelle notti insonni. Di sicuro, però, non ci immaginiamo un'Italia catenacciara: proveremo a fare male ai campioni usando il cervello e l'organizzazione tattica che spesso hanno compensato le lacune di carattere tecnico. Come sempre, tutto comincerà dalla difesa, solida e arroccata sul blocco juventino, il resto verrà da sè. Le soluzioni a disposizione di Conte sono risicate, c'è abbondanza solo in attacco, stravolgere l'impianto tattico proprio contro la Germania sarebbe un rischio, a meno che la notte non porti strani consigli.

A costo di essere ripetitivo, il commissario tecnico ha battuto e ribattuto sulla scolarizzazione dei giocatori, dunque sullo studio dei movimenti in campo, sul chi fa che cosa, e sull'approccio al match. Sembra un paradosso pensare che un quarto di finale europeo non sia latore di stimoli fuori dall'ordinario, ma è sempre meglio non lasciare nulla di intentato. Il pericolo che ci sia un inferiority complex verso i tedeschi è minimo, però esiste. Invece la partita andrà aggredita e l'avversario, ancorché forte, domato. Pellè+Eder davanti dovranno tenere impegnati i colossi della difesa e fare scattare loro per primi il nostro pressing. Lo sforzo degli attaccanti, come al solito, sarà duplice: in avanti e all'indietro.

Senza un regista, con Parolo nella veste di vice-De Rossi, dal piede di Bonucci dovranno partire i lanci giusti nei tempi giusti. Lo juventino ha la sensibilità migliore di tutti, compreso dei centrocampisti. E' anche prevedibile che Loew lo immagini e si sia cautelato: nel caso, saranno determinanti gli esterni, Florenzi e De Sciglio per creare superiorità sulle fasce. Il lavoro di Conte in questa lunga marcia di avvicinamento alla sfida con i tedeschi si è incentrato sulla necessità di tenere la squadra compatta: con Muller, Ozil, Kroos e compagni, se perdi le distanze tra i reparti sei morto.

Umili e compatti è lo slogan di Conte, oltre che concentrati e aggressivi. Funzionerà anche contro i campioni del mondo? La notte di Bordeaux porterà la risposta.

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