E' una pianta succulenta perenne e tappezzante, originaria delle province del Capo, in Sudafric

In Sudafrica viene chiamato fico acido o fico del Capo. In Sicilia viene invece chiamato barba di monaco o unghia di strega, mentre nel territorio toscano ha il nome di bacicci. Per tutto lo stivale viene anche chiamata fico degli Ottentotti, in riferimento del fatto che veniva utilizzata a scopo alimentare dal popolo Khoi del Botswana, denominati “Ottentotti”, da “hottentots” nel dialetto olandese in uso in quelle zone. Ma il vero nome di questa interessantissima pianta è Carpobrotus edulis, anche se è universalmente conosciuta come fico di mare.

Il Carpobrotus, nome scientifico mesembryanthemum, è una pianta succulenta perenne e tappezzante, originaria delle province del Capo, in Sudafrica. Appartiene alla famiglia delle Aizoaceae e fu introdotta in Europa nel XV secolo per la straordinaria bellezza della sua vistosa fioritura.

Il fico di mare può essere coltivato con estrema facilità sia in vaso che nei giardini esposti al sole, e ha la tendenza a tappezzare i muri e a ricoprire ampie superfici di terreno. Vegeta soprattutto sulle coste, dove è presente in grandi macchie sulle dune e le spiagge vicino al mare.

SI SCRIVE CARPOBROTUS, MA SI LEGGE FICO DI MARE

Raggiunge un’altezza di 15/20 cm con fusti robusti dal colore verde intenso tendenti al rosso, così come le foglie, che sono carnose e di forme triangolare. Fiorisce dalla primavera fino all’estate con fiori grandi simili a margherite dai colori che vanno dal rosa, al rosso, al giallo, a seconda delle varietà. Predilige luoghi caldi e molto soleggiati, mentre non tollera le basse temperature.

Il nome Carpobrotus deriva dal greco antico “karpos” (frutto) e “brotos” (commestibile): è chiaro, quindi, il perché viene chiamato fico di mare. La peculiarità del Carpobrotus edulis, infatti, sono i suoi frutti che, come il nome stesso suggerisce, sono edibili, e quindi commestibili.

I frutti, tondi e polposi, una volta giunti a maturazione diventano gialli e sono pronti per essere mangiati. Hanno un sapore acidulo non ben definito, e sono ottimi anche per realizzare originali confetture dal retrogusto leggermente salato. Sono ritenuti un toccasana dalle mille proprietà benefiche per le funzioni digestive, ad esempio, e recenti studi scientifici ne hanno evidenziato importanti proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Ma non solo i frutti sono commestibili.

Le foglie, ad esempio, si possono consumare una volta scottate e messe sottaceto, mentre, una volta essiccate, diventano un ottimo insaporitore in polvere. Si possono anche soffriggere per realizzare gustose frittate, o centrifugare, per creare benefiche bevande a base di frutta e verdura.

Ora che l’estate si sta avvicinando e che ci riporterà alle spiagge, buttiamo un occhio in cerca di un fico di mare e perdiamoci nella tessitura degli steli e delle foglie che ricamano il suolo. Ammiriamone la bellezza dei fiori, magari gustiamoci un frutto (solo se realmente maturo) e sappiamo che può essere anche una pianta di primo soccorso, in quanto il liquido gelatinoso delle foglie ha un effetto lenitivo contro le punture di insetti e di meduse. Davvero non si può chiedergli di più!

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