Dal Bataclan alla violenza sulle donne: ecco le canzoni dei Big in corsa al festival

Se si vuole cercare un filo conduttore che lega i 20 brani in gara a Sanremo 2018 lo si può trovare nella descrizione dell'attualità, tra incertezza, paura e fragilità dei rapporti d'amore. Ci sono il terrorismo e la violenza sulle donne, ci sono Scampia e il tempo che passa nelle canzoni dei Big in corsa al Festival che dal 6 febbraio andrà in scena al teatro Ariston, trasmesso su Rai1, e ascoltati in anteprima dalla stampa.

"Le canzoni sono punti di osservazione, sono la descrizione del nostro tempo. E proprio perché viviamo in un'epoca non chiara e di passaggio molti dei testi contengono domande, questioni, punti irrisolti. Non ci sono canzoni-slogan: i cantanti cercano di essere antenne sensoriali dell'oggi", ha sintetizzato il direttore artistico Claudio Baglioni introducendo all'ascolto. Mancano poco più di due settimane all'inizio del Festival: ecco quello che ci si può aspettare.

ANNALISA – IL MONDO PRIMA DI TE: l'ex concorrente di 'Amici', alla sua quarta volta al Festival, si presenta con una ballata romantica, in pieno stile sanremese, con un'ampia apertura nel ritornello che mette in risalto la sua voce. "Un giorno capiremo chi siamo – canta -in una casa senza le pareti da costruire nel tempo".

ENZO AVITABILE CON PEPPE SERVILLO – IL CORAGGIO DI OGNI GIORNO: il il maestro di Marianella si presenta a Sanremo in coppia con il cantante degli Avion Travel con un brano, scritto con Pacifico, che scivola dolcemente dall'italiano al dialetto napoletano in un omaggio alle radici: "Scrivo la mia vita/tracce sulle pietre/ed ho gli stessi occhi di Scampia".

LUCA BARBAROSSA – PASSAME ER SALE: struggente bilancio di vita di una coppia cantato in romanesco e scritto direttamente dal cantautore che ricorda "si me chiedi l'amore cos'è io non c'ho le parole che hanno i poeti" ma "so che ner core nun c'ho artro che te".

MARIO BIONDI – RIVEDERTI: la voce calda risuona in un brano d'amore accompagnato da piano e batteria che però segna un cambiamento di stile dall'inconfondibile jazz a cui si era abituati.

GIOVANNI CACCAMO – ETERNO: brano troppo classico per una voce giovane e fresca come quella dell'ex vincitore di Sanremo giovani. Ballata romantica in rima baciata di un amore "che può salvare" e che resta "per sempre nei tuoi occhi".

RED CANZIAN – OGNUNO HA IL SUO RACCONTO: Ritmo, energia e un bilancio sereno e maturo della propria vita per l'ex dei Pooh che ritorna per ricordare che "ognuno ha il suo racconto perché ogni uomo ha un preciso istinto, un suo esclusivo canto".

DECIBEL – LETTERA DAL DUCA: classici, con un brano scritto da Enrico Ruggieri che addirittura rimanda alla leggenda di David Bowie con frasi in inglese e un finale con un assolo di chitarra.

DIODATO E ROY PACI – ADESSO: si tenta uno slancio sociale, leggermente retorico, invitando a farsi domande del tipo: "Dici che torneremo a guardare il cielo, alzeremo la testa dai cellulari?". E ancora: "Dici che torneremo a parlare davvero senza bisogno di una tastiera?"

ELIO E LE STORIE TESE – ARRIVEDORCI: un saluto ai fan, simpatico e ironico, ma molto lontano dalla genialità a cui avevano abituato. "Una storia unica, singolare e atipica", la loro, "che si esaurisce col finale".

ROBY FACCHINETTI E RICCARDO FOGLI – IL SEGRETO DEL TEMPO: un altro membro dei Pooh sale sul palco con Fogli con un brano scritto da Pacifico, una ballata sulla vita e sul tempo "che tutto perdona a chi tutto alla vita si dà".

MAX GAZZÈ – LA LEGGENDA DI CRISTALDA E PIZZOMUNNO: primo applauso della stampa durante l'ascolto. Bella, delicata, con orchestra sinfonica e sintetizzatori al seguito, racconta la leggenda di uno scoglio che ogni cent'anni si anima e diventa uomo a cui viene restituita per una notte la donna che ama.

LE VIBRAZIONI – COSI' SBAGLIATO: Ventata rock al Festival con Francesco Sarcina che torna a ciò che gli viene meglio come sonorità e testo in una dedica d'amore in cui ammette di "averla lasciata sola al momento sbagliato".

LO STATO SOCIALE – UNA VITA IN VACANZA: il gruppo resta se stesso per ritmi, intenzioni e sonorità. E convince. Giocano con le parole, rimandano al 'rottamatore' e alla blogger di moda, ed esortano a una fuga dal mondo.

ERMAL META E FABRIZIO MORO – NON MI AVETE FATTO NIENTE: gli attentati terroristici sono appena citati, ma tanto basta. Il Cairo, la Rambla, Londra. "In Francia c'è un concerto", cantano ricordando il Bataclan. "Chi si fa la Croce e chi prega sui tappeti". La risposta al dolore è per il duo la ribellione: "Non mi avete fatto niente, non mi avete tolto niente" e il "mondo si rialza col sorriso di un bambino". Sono dati per vincitori.

NOEMI – NON SMETTERE MAI DI CERCARMI: la voce inconfondibile di Noemi ritorna a Sanremo con una dedica d'amore e una preghiera: "Non smettere mai di cercarmi", appunto, "nonostante le strade si siano perse"

RON – ALMENO PENSAMI: testo delicato e romantico lasciato in eredità da Lucio Dalla, che torna a vivere sul palco dell'Ariston. Bello e intenso, Ron lo interpreta in modo magistrale.

RENZO RUBINO – CUSTODIRE: agile apertura sul ritornello, con un arrangiamento firmato Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, il trentenne di Taranto torna sul palco con un brano che parla di due genitori che tornano a parlarsi dopo tanto tempo.

THE KOLORS – FRIDA: "L'amore non é che una sfida, sarà la regola come per Frida", cantano gli ex vincitori di Amici in un brano che non sfrutta a pieno le loro potenzialità di musicisti, ma che diverte e resta in testa.

ORNELLA VANONI CON BUNGARO E PACIFICO – IMPARARE AD AMARSI: la voce della Vanoni sembra non aver subito il passare del tempo con un brano scritto da Pacifico, che la accompagna con Bungaro. Un appello "a imparare ad amarsi" e a lasciarsi vivendo "ogni istante fino all'ultima emozione".

NINA ZILLI – SENZA APPARTENERE: la cantante ha abbandonato il suo genere d'adozione, il soul, per una ballata pop in cui affronta il tema della violenza contro le donne perché "donne siete tutti e non l'avete capito".

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