Crutchlow completa la doppietta della Honda, terzo l'idolo di casa Jack Miller. Storico quarto posto per Bagnaia, Rossi solo ottavo
Marc Marquez. Sempre e solo lui. Il marziano della Honda continua a collezionare successi nonostante il titolo Mondiale già messo in tasca. Alle tante gioie stagionali si aggiunge anche il Gran Premio di Australia, vinto con zampata finale e con un solo giro trascorso al comando: l'ultimo. Nel finale di una gara ricca di emozioni, con freddezza robotica il pilota di Cervera infila Maverick Vinales all'ultimo rettilineo, dopo un epico duello iniziato al decimo giro dopo una brutta partenza. Il connazionale della Yamaha tenta l'ultimo, disperato assalto ma cade a poche curve dalla fine. Addio secondo posto ma anche al podio. Una resa piena di rimpianti per il catalano, scattato dalla pole grazie al super tempo centrato nelle qualifiche slittate nella mattinata australiana, dopo il rinvio di ieri causa vento. E a Phillip Island, Marquez incrementa i suoi numeri da cannibale: undicesimo trionfo in questa stagione, quinto consecutivo e numero 55 nella classe regina. Superato il mito Doohan. "È stata una vittoria incredibile, perché oggi non siamo stati i più veloci in pista", ha commentato l'iridato. "Vinales ha spinto molto, era molto forte e veloce. Ma sapevo che c'era una possibilità per passarlo e ho aspettato il momento. Mi sono detto che, anche se avessi rischiato di cadere, avrei dovuto provare".
Con l'uscita di Vinales sul podio sale – staccato di 11 secondi – il britannico Cal Crutchlow, per la gioia della Honda che fa doppietta. Terzo l'idolo di casa Jack Miller (Ducati Pramac), acclamato dai suoi tifosi che per la prima volta lo vedono sul podio da quando corre in classe regina. Ma è domenica da ricordare anche per il suo compagno di team, l'ottimo Francesco Bagnaia, che dopo una gran rimonta chiude con il quarto posto, suo miglior risultato in questa stagione: il torinese manca il podio di 55 millesimi. Quinto l'altro rookie Joan Mir su Suzuki. Può sorridere pure l'Aprilia, finalmente apparsa competitiva grazie al sesto posto di Andrea Iannone – al comando per alcuni tratti della gara – e il decimo di Aleix Espargaro: per il team miglior piazzamento stagionale. La Ducati di Andrea Dovizioso, sempre a caccia di punti per blindare il secondo posto nella generale, è settimo e precede Valentino Rossi. L'inizio del 'Dottore', partito dalla quarta casella e alla gara numero 400 in carriera, è beneaugurante: il pesarese a lungo lotta per il podio prima del calo. Appena fuori dalla top ten Francesco Morbidelli. Chi non ride, invece, sono il miglior rookie dell'anno Fabio Quartararo, scattato dalla seconda casella a Danilo Petrucci, subito fuori: fatale una caduta alla seconda curva, dalla quale escono fortunatamente escono senza lesioni. Ma la domenica più amara è certamente quella di Jorge Lorenzo, che continua il suo calvario: lo spagnolo è addirittura ultimo, a più di un minuto dal compagno di squadra Marquez.
La domenica dei motori comunque vede anche risuonare il tricolore grazie a Lorenzo Dalla Porta. Il toscano si aggiudica gara e titolo nella Moto3. A favorire il 22enne pilota Leopard Racing anche la caduta, dopo pochi giri dal via, del rivale Aron Canet (Sterilgarda Max Racing Team). L'ultimo italiano a trionfare nella categoria delle cilindrate minori (allora denominata classe 125) era stato Andrea Dovizioso nel 2004. "E' veramente incredibile. Non ci credo ancora", il commento di Dalla Porta. "Quando ho visto Canet cadere, mi sono detto: provo a vincere. Pensavo che fosse bello, ma è ancora più bello. Ancora non me ne rendo conto, ci dormo su stanotte, metabolizzare e domattina capirò che sono campione del mondo…". La dedica va alla nonna Nicoletta: "Era speciale. Per tutta la vita mi ha appoggiato, così come mio padre. Abbiamo fatto una lunga strada per arrivare fino a qui, tanta fatica, tanti momenti di sofferenza. Ma ci ho creduto, lui a volte ancora più di me".