Si è concluso a Roma il processo di primo grado. La presunta evasione era di 18 milioni. L'accusa aveva chiesto un anno
Assolto, 'perché il fatto non sussiste'. La sentenza del tribunale di Roma toglie un peso che Max Biaggi si portava dietro da anni. Il quattro volte campione del mondo di motociclismo nella classe 250 era imputato per una presunta evasione fiscale da circa 18 milioni di euro. L'accusa chiedeva una condanna a un anno di reclusione e Biaggi in aula si era difeso sostenendo di non essere mai stato un evasore. "La stampa mi dava del disgraziato, del farabutto e tutta la vicenda non mi faceva stare tranquillo – aveva detto un anno fa, davanti al giudice, ricordando il periodo in cui aveva ricevuto la segnalazione dall'Agenzia delle Entrate -. Il mio sport richiede disciplina, concentrazione e calma e io volevo risolvere a tutti i costi questa questione".
"Quando uscì fuori la storia dello scudo fiscale – aveva aggiunto – ne avevo parlato con i miei fiscalisti per trovare una soluzione anche a costo di pagare qualcosa per non pensarci più. E qualche anno fa mi ero presentato negli uffici romani di Equitalia per essere ricevuto dal direttore e capire se ci potevano essere gli estremi per un accordo". Il 'Corsaro', questo il suo storico soprannome, aveva sottolineato che "degli oltre 17 milioni che non avrei pagato, almeno 12 erano letteralmente inventati dal nulla. I miei importi oscillavano intorno ai 3-4 milioni di euro, quindi la cifra a me contestata non stava in piedi assolutamente". E sulla sua residenza nel Principato di Monaco, dove vive da almeno venti anni: "La mia è stata una scelta di vita. Lì vivono i miei figli con la madre, lì ci sono le mie moto, i miei amici, il mio ristorante, la mia palestra".
Per Biaggi una buona notizia che arriva proprio nel giorno in cui si svolgono i funerali del padre Pietro, figura di importanza cruciale nella sua carriera e molto conosciuto e apprezzato nel mondo delle due ruote, scomparso all'età di 77 anni.