Lutto nel mondo del giornalismo. E’ morto a 75 anni Giampiero Galeazzi tra i telecronisti e i conduttori più amati dagli sportivi italiani. A darne la notizia i colleghi su Twitter, dal direttore del Tg5 Clemente Mimun a Massimo Caputi.
La sua voce vibrante e inconfondibile ha raccontato molte delle imprese più importanti degli atleti azzurri: dal suo amato canottaggio, che ha anche praticato ad alti livelli in gioventù, al calcio. Gli ori olimpici dei fratelli Abbagnale e quelli di Antonio Rossi nella canoa sono legati indissolubilmente alle sue incalzanti telecronache.
La sua fama negli anni ottanta e novanta però trascese lo sport tanto che nel 1996 Pippo Baudo lo volle al suo fianco nel Festival di Sanremo.
Conosciuto anche con il soprannome di ‘Bisteccone’, Galeazzi nasce a Roma il 18 maggio del 1946. Laureato in Economia, diventa professionista nel canottaggio: nel 1967 vince il campionato italiano nel singolo, un anno dopo si ripete nel doppio con Giuliano Spingardi. Non ancora abbandonata la carriera sportiva, viene assunto dalla Rai come giornalista sportivo per la radio e nel 1972 viene inviato alle Olimpiadi a Monaco di Baviera.
Passa poi alla televisione e partecipa a trasmissioni sportive di successo come la Domenica Sportiva. Negli anni ottanta è inviato della Domenica Sportiva negli incontri clou del campionato di calcio di serie A, diventando celebre per le sue interviste a caldo direttamente a bordo campo.
A lui vengono affidate le telecronache del tennis, alternandosi con Guido Oddo fino al suo ritiro nel 1984, e soprattutto del canottaggio. In questa veste segue le principali competizioni, tra cui 6 edizioni dei Giochi Olimpici fino ad Atene nel 2004. Memorabili le sue telecronache in occasione delle medaglie d’oro nel canottaggio di Giuseppe e Carmine Abbagnale alle olimpiadi di Seoul 1988 e di Antonio Rossi e Beniamino Bonomi a Sydney 2000.
Nell’estate 2009 commenta le partite della Confederations Cup con Jacopo Volpi e Zbigniew Boniek. Per la stagione 2009-2010 è commentatore calcistico nella trasmissione 90º minuto assieme a Franco Lauro e in Replay con Zibi Boniek. Nell’estate partecipa a Notti Mondiali con Paola Ferrari e Maurizio Costanzo, in diretta da Piazza di Siena a Roma. Diventa poi opinionista di 90º minuto con Franco Lauro, Jacopo Volpi e Zibi Boniek, e di 90º minuto Champions con Andrea Fusco, Marino Bartoletti, Adriano Bacconi e Ivan Zazzaroni. Nell’estate del 2012 è ospite di Notti Europee con Andrea Fusco, Simona Rolandi, Jacopo Volpi, Adriano Bacconi e Serse Cosmi. Galeazzi aveva due figli giornalisti: Susanna e Gianluca.
“La notizia mi ha colto di sorpresa, recentemente avevo parlato con la figlia e mi aveva detto che le cose erano in via di miglioramento. La storia e la carriera di Galeazzi si sposano perfettamente con la figura di atleta della famiglia Abbagnale tutta ed era diventata un binomio inscindibile di atleta-voce. Si era creata una simbiosi che andava di pari passo. Questo ha fatto sì che si creasse oltre a competenza, bravura e affidabilità di Giampiero, un connubio che ci ha accompagnato nel tempo, sia nella parte sportiva che subito dopo. Ancora oggi le sue telecronache sono tra le più cliccate e inflazionate”. Così a LaPresse Giuseppe Abbagnale, presidente della Federcanottaggio, che con il fratello Carmine, vinse l’oro olimpico a Seul ’88, impresa immortalata dalla ‘storica’ telecronaca di Galeazzi. “Il suo modo di raccontare lo sport ne ha cambiato il linguaggio? Sì, nel mondo del canottaggio è stata la voce in assoluto. Ancora oggi lo si rimpiange e lo si farà nel tempo a seguire. Affiancava alle sue doti comunicative capacità tecniche. Proveniva dal mondo del canottaggio e riusciva perfettamente a trasmettere il gesto nella sua interezza e le difficoltà nel momento e farle percepire allo spettatore con grande trasporto, al punto da diventare la voce assoluta del canottaggio senza tralasciare la sua bravura anche in altri sport, come canoa, tennis e calcio. Un cavallo di razza? Assolutamente sì, apparteneva alla scuola dei Pizzul e dei Martellini, ha vissuto con i grandi della comunicazione e aveva immagazzinato una serie di capacità che poi riusciva a trasmettere con la voce, E poi aveva una empatia profonda entrando nelle simpatie di tutti”, ha aggiunto. “Mancherà non solo a me ma a tanti appassionati del mondo sportivo e a tanti semplici curiosi. E la sua competenza e la sua capacità comunicativa mancherà anche al mondo giornalistico. Un memorial? Ci lavoreremo sicuramente nel prossimo futuro”, ha concluso
“Quando ha iniziato a fare le prima telecronaca, è venuto a chiedermi ‘Nicola, come sono andato?’. Gli ho risposto, ‘se stavi zitto era meglio’”. Nicola Pietrangeli ricorda così a LaPresse l’amico Giampiero Galeazzi, scomparso oggi all’età di 75 anni dopo una lunga malattia. “Lo conoscevo fin da ragazzino – ha aggiunto l’ex tennista italiano a margine dell’inaugurazione del fan village delle Atp Finals di Torino – Se ne stanno andando un po’ in troppi ultimamente. In questi momenti uno non sa neanche cosa dire, certamente dispiace a tutti”.