Oltre ogni ostacolo. Per vincere serve prima di tutto partecipare e mai come per la nazionale di rugby delle isole Fiji esserci si è rivelata la cosa più importante e la barriera più difficile da scalare per godersi il trionfo a Tokyo 2020. I campioni olimpici in carica hanno compiuto l’impresa di battere in finale con un perentorio 27-12 i colossi All Blacks e cingersi ancora al collo la medaglia d’oro come ai Giochi di Rio 2016. Ma il vero gesto ‘eroico’, forse più nobile della stessa medaglia conquistata, era stato compito una manciata di giorni prima. Con una federazione dalla casse vuote e un comitato olimpico nazionale che ha dovuto fare i conti con il governo che ha interrotto quasi tutti i voli civili della principale linea aerea (la Fiji Airways) per il proliferare della pandemia, le possibilità di approdare in Giappone erano praticamente nulle. L’unica chance era quella di salire su un cargo commerciale, carico di pesce surgelato, diretto proprio a Tokyo. Sulla nave sono saliti così una cinquantina di persone tra giocatori, staff e allenatori e si sono imbarcati in una avventura piena di insidie e dall’esito quantomai incerto.
Oltre al mare agitato da sfidare c’era da arrivare in tempo nel Paese del Sol Levante, per disputare le gare di qualificazione. Una lotta contro il crono dunque che, dopo il via libera del Cio (pronto a dare il consenso al viaggio ‘della speranza’), i fijiani sono riusciti a vincere arrivando a Tokyo ad una manciata di ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi. Superata questa prova la nazionale di rugby a sette, dopo essere finita per 96 ore in isolamento sottoponendosi ai test stabiliti dai funzionari di Tokyo per accedere nel Villaggio Olimpico, ha dato libero sfogo al proprio talento riuscendo a contenere la furia All Blacks desiderosi della rivincita dopo aver subito l’onta della sconfitta a Rio, e conquistare la medaglia d’oro con una zampata decisica a due minuti dal termine della sfida. Allora nel 2016 al ct delle Figi di allora, il britannico Ben Ryan, vennero donati 12mila metri quadrati di terra fertile, oltre al conferimento di un nuovo nome, più consono alle tradizioni fijiane. Stavolta si dovrà pensare a qualcosa di diverso. Ma si farà comunque festa per settimane. E con loro anche l’Argentina capace di regalare un’altra sorpresa a questi Giochi. I Pumas hanno buttato giù dal podio olimpico proprio gli inventori del rugby, i britannici, battuti nella finale per il terzo posto 17-12. Un’altra favola a forma ovale.