Trionfo, 6-2, 6-4, per la giapponese che vince il suo primo slam. Serena finisce in lacrime convinta di aver subito un'ingiustizia
Niente sesto titolo a New York, niente record (24esimo slam) che resta alla grande Margaret Court. Serena Williams è stata sconfitta per 6-2, 6-4 nella finale degli Us Open dalla giapponese ventunenne Naomi Osaka (numero 19 del mondo) che, fino ad ora, aveva vinto un solo torneo. A Flushing Meadows si consuma un vero e proprio psicodramma con la Williams che dà del ladro al giudice di sedia Carlos Ramos, rompe una racchetta, litiga e finisce in lacrime. Il tutto mentre la sua avversaria gioca uno splendido primo set e tiene i nervi saldi in una seconda partita giocata in una bolgia tutta a favore di Serena che a New York è di casa.
Il primo set è tutto della Osaka (una ragazzona di un metro e 80) che serve benissimo e domina in ogno fase del gioco. All'inizio del secondo set cominciano gli screzi di Serena con l'arbitro che le commina un "warning" per coaching: secondo Ramos la Williams avrebbe ricevuto un suggerimento dal suo allenatore Mouratoglouche avrebbe utilizzato un codice di segnali. Serena grida all'arbitro che lei ha una figlia, che non ha mai rubato e non usa certi trucchetti. Il pubblico è dalla sua parte mentre la statunitense sale fino a 3-1 a suo favore. Poi va in crisi, fa due doppi falli, spacca una racchetta e insulta ancora Carlos Ramos: "Ti devi scusare con me".L'arbitro, imperterrito, le commina un altro warning e, quando Serena gli dà del ladro, non può esimersi da darle un penalty point.
Naomi Osaka riesce a mantenere una calma olimpica, rimonta, rovescia la partita a suo favore e va a servire per il titolo sul 5-4 mentre Serena ormai vede la pallina tra le lacrime di una vera e propria crisi di nervi. Finisce così: Osaka non ha rubato niente. Probabilmente neanche Serena, ma alla sua età e con la sua esperienza, queste scene andrebbero evitate. Anni fa, sempre a New York insultò pesantemente una donna giudice di linea alla quale, poi, dovette chiedere scusa. Anche durante la sconfitta in semifinale con Robertina Vinci, nel 2015, il pubblico parteggiava per la Williams in maniera forse esagerata. Ma a Flushing Meadows è così: Serena si sente a casa sua e non accetta niente di meno di quello che le sembra giusto.
Musetti in finale – E dal torneo junior arriva una bellissima notizia: il carrarese Lorenzo Musetti (16 anni appena) è in finale. Ha battuto l'americano Jenson Brooksby in due set (6-3, 6-3). In finale se la vedrà col diciottenne basiliano Seyboth Wild (numero 464 del mondo). Musetti non ha nulla da perdere ma andrà per giocarsela. Il pubblico newyorkese è rimasto stupito dalla varietà di gioco e dalla personalità messa in mostra dal ragazzo italiano. Musetti, con l'amico Giulio Zeppieri ha perso di stretta misura (4-6, 7-5, 10-6) la semifinale del doppio contro la coppia Andreev-Matusevich (bulgaro e australiano). Un italiano non vince il torneo juniores a New York dal 1990 quando trionfò Andrea Gaudenzi.