PyeongChang 2018, prima medaglia per l’Italia: bronzo per Windisch nel biathlon

L'atleta incredulo: "Pensavo di avere perso l'occasione della mia vita e invece..."

Un terzo posto inatteso, come ammesso a caldo da Giovanni Malagò, e proprio per questo ancora più bello. Arriva dal biathlon la prima medaglia azzurra ai Giochi Olimpici di PyeongChang: Dominik Windisch ha conquistato il bronzo nella sprint maschile di 10 km, in una gara vinta dal tedesco Arnd Peiffer davanti al ceco Michal Krcmar, gli unici tra gli atleti di testa a non commettere errori al poligono. Poi, lo splendido terzo posto di Dominik, nato a Brunico e formatosi ad Anterselva, la 'patria' del biathlon in Italia.

CHI È DOMINIK WINDISCH

Si tratta della terza medaglia olimpica individuale per un azzurro nel biathlon dopo quelle di Johann Passler nel 1988 a Calgary e di Pieralberto Carrara nel 1998 a Nagano. Giù dal podio a sorpresa sia Martin Fourcade che Tarjei Boe, i principali protagonisti in questa stagione. Ed è proprio l'atleta classe 1989 il primo a essere sorpreso del risultato ottenuto. "E' sicuro? Non ci credo, pensavo di avere perso l'occasione della mia vita e invece…", ha ammesso Windisch, già bronzo quattro anni fa a Sochi nella staffetta mista.

"Quando ho sbagliato l'ultimo tiro ho pensato: 'Non è possibile..l'avevo visto bene' – ha raccontato l'azzurro – Non mi ricordo nemmeno se mi è scappato, ero convinto di prenderlo. Poi quasi spaventato ho detto: 'No, adesso ho perso la possibilità della mia vita'. Ma quando sei a un'Olimpiade e senti che stai lottando per un bronzo dai davvero tutto, sei solo tu e l'adrenalina". Windisch, al primo podio in stagione in una gara individuale, ha voluto rivolgere un ringraziamento speciale a suo fratello Markus, a sua volta ex biatleta, "che mi ha aiutato tantissimo". U

na passione, quella per il biathlon, nata fin da bambino. "Da ragazzino saltavo la scuola per poter vedere le gare ad Anterselva, e i miei allenatori erano i miei idoli", ha svelato ricordandoli come i "precursori di questo sport". Il sogno dell'atleta di Brunico adesso è che il biathlon "diventi sempre più popolare". E magari che qualche persona in più possa avvicinarsi allo sport che unisce il tiro a segno e lo sci di fondo. "Dalle nostre parti quando sei giovane o giochi a calcio o pratichi biathlon, ma nel biathlon c'è meno gente e c'è più possibilità di emergere – ha evidenziato Windisch – A parte questo, comunque, da noi è una tradizione praticare questo sport".

E infatti la prima a congratularsi per la medaglia conquistata dal biatleta dell'Esercito è stata proprio un'altra atleta 'di casa' ad Anterselva, Dorothea Wierer. "E' stato bravissimo, poi ovviamente serve fortuna nel beccare il momento giusto al poligono per non avere vento, soprattutto in questi giorni in cui ce n'è tanto – ha sottolineato parlando da Casa Italia – cambia spesso (direzione, ndr) e devi reagire. E' stato bravo, meglio di così non poteva andare".

È raggiante anche Giovanni Malagò, che dal quartier generale del Coni ha seguito con trepidazione le gesta del bolzanino. "E' la medaglia più inattesa ma è stato fantastico – le parole del numero uno dello sport italiano – Era una gara complicatissima, le condizioni meteo possono essere influenti, ci sono stati fenomeni che non hanno rispettato i pronostici. Lui è stato fantastico, è un bel risultato per l'Italia e per il biathlon che è uno sport in grande crescita". E la sensazione, considerando le potenzialità della squadra, è che questo sia appena l'inizio.