Rio, il sogno di Irma Testa sul ring finisce tra le lacrime

La 18enne campana battuta dalla campionessa del mondo Mossely nei quarti

Il sogno a cinque cerchi di Irma Testa finisce tra le lacrime. La tostissima 18enne di Torre Annunziata non è riuscita a varcare lo scoglio dei quarti di finale. L'avversaria dall'altra parte, certo, non era tra le più facili: nientemeno che la campionessa del mondo in carica, la francese Estelle Mossely. Che però la Farfalla campana aveva già battuto al preolimpico di Samsum. In Brasile è andata diversamente. Il successo della transalpina, arrivato con verdetto unanime in tutte le riprese, ha interrotto la meravigliosa avventura nella categoria pesi leggeri della 'million dollar baby' azzurra, scesa dal ring con gli occhi rossi e una delusione difficile da smaltire, e spento l'ultima speranza della boxe azzurra di arrivare al podio. L'Italia torna a casa con il bottino più amaro: zero medaglie. Non accadeva da Atlanta 1996, un'era fa. Sei eliminati (Vianello, Cappai, Manfredonia, Russo, Tommasone ed appunto Testa) e un ritiro, quello di Mangiacapre per infortunio. Un'autentica debacle. Di cui, però, la giovanissima Irma, prima donna pugile italiana a qualificarsi per le Olimpiadi, non ha colpe. Il futuro è suo, a Tokyo 2020 si riparte dalla Farfalla campana che sarà una delle punte di diamante dei giovani chiamati a rinverdire i fasti della generazione d'oro del ring tricolore.

Anche se, inevitabilmente, le abbondanti lacrime versate per il presente le annebbiano per adesso l'orizzonte: "Io pensavo di essere in vantaggio", ha commentato Irma a fatica una volta scesa dal ring, dopo aver rivolto il gesto del 'no' ai giudici e al pubblico. Poche parole con i cronisti, interrotte da respiri e singhiozzi. "Chissà quando mi ricapiterà un'occasione così. Il futuro? Questa era la mia Olimpiade. Chissà cosa succederà tra quattro anni, possono succedere tante cose in positivo ma anche in negativo". Prova a consolarla il ct Emanuele Renzini: "Soltanto per il fatto che è arrivata qui, sono orgoglioso di lei. Irma tre anni fa era una ragazzina che approdava per la prima volta ad una competizione internazionale junior. Aveva 15 anni, nessuno poteva immaginare che tre anni dopo si sarebbe ritrovata qui ai Giochi arrivando ad un passo dalla medaglia. Sono orgoglioso del lavoro e dei risultati ottenuti. Certo, c'è rammarico – ammette -perché so che nelle corde lei ha la capacità di vincere una medaglia importante. Se superava questo match, poteva tranquillamente puntare all'oro". Renzini svela che la marcia di avvicinamento a Rio non è stata delle più semplici: "Ai Mondiali in Kazakistan Irma ha sofferto di lombalgia e questo problema se l'è portato avanti per un mese. Ha iniziato la preparazione solo trenta giorni prima di un'Olimpiade. Le altre si allenano da quattro anni ininterrottamente per questo obiettivo. Ha avuto questo piccolo inciampo, eppure ha recuperato e ha dimostrato di essere in ottima condizione". "Accetto assolutamente il verdetto ma rimango comunque perplesso per l'unanimità dei giudizi", le parole del presidente della Federpugilato Alberto Basca. "Questa Olimpiade comunque rimarrà nella storia perché Irma è stata la prima atleta italiana a salire su un ring olimpico". Il bilancio azzurro, però, "è ovviamente negativo. Un sorteggio difficile, l'incidente di Mangiacapre, qualche verdetto opinabile e sicuramente alcune prestazioni deludenti. Ma ripartiremo da qui per mettere a frutto l'esperienza. Convinti comunque che il lavoro fatto e le basi poste porteranno e i risultati in futuro".