Gioia per la giornata d'oro di Peter Fill e conferma di un movimento che "ha sempre avuto ottimi risultati". Il 16 marzo 2016 rimarrà nella storia dello sci italiano, dopo la conquista della Coppa del Mondo di discesa libera da parte del 33enne di Bressanone, arrivato decimo a St. Moritz. Il suo successo non ha sorpreso sorpreso Piero Gros, protagonista della Valanga azzurra e capace di vincere anche una medaglia d'oro ai Giochi invernali di Innsbruck nel 1976.
"In questo sport è tutto molto relativo, nello sci ci vogliono tanti ingredienti messi insieme per vincere. Fill è un atleta di alto livello, ed è tanti anni che lo dimostra. Ha fatto benissimo e si è trovato in una situazione favorevole: è davvero una bella soddisfazione. Sinceramente mi aspettavo che vincesse Paris, ma purtroppo si è fatto male e va bene così". Il campionissimo di Sauze d'Oulx, intervistato da LaPresse, non si nasconde: "Diciamocela tutta, se Svindal non si fosse fatto male (il norvegese si è infortunato a Kitzbuhel a febbraio, ndr), di speranze ce ne sarebbero state poche. Ma la situazioni cambiano, chi vince una Coppa del Mondo in quel modo lo fa in modo meritato".
Gros sottolinea: "Lo sci italiano si è sempre dimostrato all'altezza della situazione, di fuoriclasse come Tomba non ne nasce uno ogni giorno. Solo i norvegesi ne tirano fuori a ripetizione, non so come facciano in un Paese così piccolo". Poi, un passaggio sulle atlete dello sci azzuro: "Nello sci femminile in questo momento non vedo una fuoriclasse, forse l'unica è Brignone che si esprime bene in gigante e superg, ma poter sperare in una Coppa del Mondo mi sembra difficile". E' possibile paragonare Fill a qualche campione dell'epoca dominata dalla Valanga azzurra? "Credo – spiega Gros – che i paragoni siano inutili. In questo momento bisogna vivere alla giornata: io quando parlo di talenti parlo di gente che può vincere una Coppa del Mondo, Fill è grande discesista, ma non è Svindal".