Zenga: Con Sampdoria non c’era feeling fin dal primo giorno

L'ex allenatore blucerchiato si sfoga dopo il divorzio con il club ligure

"Quando si inizia un cammino e si ha solo un anno di contratto, si sa che le cose possono non andare bene. Fin dal primo giorno, e sottolineo fin dal primo giorno, non c'era feeling al cento per cento alla sampdoria". L'ex allenatore blucerchiato Walter Zenga ai microfoni di Radio Sportiva si toglie qualche sassolino dalla scarpa dopo il divorzio con il club ligure. "Se rifarei la scelta? Assolutamente sì. Ho giocato due anni nella Samp, è un posto bello, di tifosi veri che amano la squadra ma evidentemente sono rimasto a dieci anni fa", ha proseguito Zenga, tornato sull'eliminazione in Europa League patita per mano del Vojvodina. " Quanto ha influito? Se analizziamo solo la partita ed il risultato, tanto. Se pensiamo che abbiamo giocato il 30 di luglio e pensiamo che Zukanovic, Muriel e Soriano sono arrivati il 15 non è una preparazione. Fernando il 12 e non giocava una partita da tempo, Eder idem – ha spiegato l'ex tecnico del Catania – Poi abbiamo avuto problemi gastrointestinali per giocatori. Il presidente mi faceva vedere i messaggi dei tifosi che gli dicevano che non mi volevano.. E' stata una partenza in salita".

Dopo l'esonero Zenga si è subito accasato all'Al Shaab. "Vivo a Dubai con la famiglia, coi miei piccoli che hanno iniziato la scuola qui. Questo club è ultimo in classifica, ieri abbiamo perso 3-1 ma non si possono scegliere solo le cose più facili e belle. Servono anche degli impegni più tosti – ha evidenziato – Le mie esperienze in Italia? A Catania, è andata benissimo. Un anno e mezzo dove è andata bene, la cavolata l'ho fatta io ad andare via. Andai io, dopo la vittoria con la sampdoria, 'non me la sento più, facciamo giocare i giovani' – ha raccontato l'ex portiere dell'Inter e della nazionale – A Palermo, con la media punti dell'anno prima, abbiamo finito con Zamparini ed ora è successo lo stesso con la sampdoria. Però ho fatto quel che mi è stato chiesto: parte sinistra, capocannoniere, giovani lanciati come Pedro Pereira, Ivan, Correa… Avrei anche lanciato Bonazzoli, ma mi sono ritrovato una squadra arrivata ottava e mi è stato chiesto di fare un punto in più. Magari non ci arrivavo".

In merito al rapporto con il presidente "non è vero che Ferrero non capisce nulla. Io dico le mie ragioni, lui ha preso una decisione ma mi dà fastidio che anche oggi si parli della preparazione – ha evidenziato Zenga – Non si può tirare in ballo la professionalità delle persone, andando alla cieca. Devono chiamare il professor Bartali che lavora con la Samp, fargli delle domande e noi abbiamo i dati della preparazione. Se vogliamo parlare di Zenga che non piaceva alla gente, benissimo. Ma andare dentro, nei dettagli, di una professionalità, non ha senso nè logica". A proposito di Cassano invece, l'ex tecnico del Catania si chiede "perché tutti ne parlano come se fosse un demone? Si è allenato bene, sempre. Io lo vedevo in allenamento e magari non lo ritenevo pronto per giocare delle gare di fila – ha raccontato – Il fatto stesso che mi abbia espresso il suo disappunto su come stava, forse dice che avevo ragione. E' uno che può fare la differenza, con Montella la farà". Zenga augura infine il meglio al club blucerchiato. "I rapporti finiscono, la vita va avanti. Sono sempre stato abituato a rialzarmi, con sorriso e serenità, nonostante il passato non sia stato bellissimo – ha ricordato – Sarei felicissimo se la Samp riuscisse ad ottenere grandi risultati, se lo merita. Il Napoli primo in classifica? L'abbiamo fermato, a momento vincevamo anche… Se hai Higuain e Reina, puoi far quello che vuoi. Bello tutto, ma il calcio si fa col portiere che para e con la punta che segna. Il primo gol di Higuain è la dimostrazione che è una punta straordinaria", ha concluso Zenga.