Torino, 9 dic. (LaPresse) – “L’allenatore è un educatore, e questo deve bastare”. Parola del ct della nazionale italiana Antonio Conte, che in un’intervista rilasciata a ‘Famiglia Cristiana’ ha parlato del ruolo – non solo calcistico – che svolge un tecnico. “Nel nostro ambiente c’è un detto che fa capire il problema: ‘Il calciatore più forte dovrebbe essere orfano’. Mio papà non veniva mai allo stadio – ha raccontato l’ex allenatore della Juventus – Si dice, addirittura, che ci siano genitori che pagano per far giocare i loro figli. È assurdo ma è così. Noi gestiamo un ruolo fondamentale per la crescita dei ragazzi e non possiamo essere portatori di esempi negativi. Io sempre arrabbiato? No, dai, non sono sempre così, lo capisce chiunque e poi ognuno ha un suo modo di comportarsi e di essere. Io sono determinato e cerco di dare tutto quello che ho. E in cambio ricevo tanto, davvero”.
Conte ha poi svelato che da giovane “volevo diventare insegnante di educazione fisica e mi sono laureato in Scienze motorie. Ero un calciatore, sì, ma prima veniva la scuola”, ha evidenziato il ct degli azzurri, oggi padre di una figlia di otto anni. “Io e mia moglie crediamo nell’educazione e nel rispetto. E che le cose vadano conquistate, perché non tutto è dovuto. Nella vita ciò che si ottiene dipende dagli sforzi personali, non da regali dall’alto. Per questo noi genitori abbiamo grandi responsabilità – ha concluso – Quando nasce un figlio ti senti più sensibile e scopri la totalità della parola amore. T’accorgi che hai davanti una figura indifesa che va instradata, e se si sbaglia qualcosa si paga duramente”.