di Andrea Capello
Roma, 9 nov. (LaPresse) – Il giorno dopo la gara di Valencia che ha consegnato il titolo del mondiale MotoGp a Jorge Lorenzo a danno di Valentino Rossi le polemiche fra Italia e Spagna non si placano. I giornali iberici accusano il ‘Dottore’ di non sapere perdere. Illazioni che dai vertici dello sport italiano vengono respinte al mittente. “Valentino Rossi è il vincitore morale del mondiale senza togliere nulla all’impresa sportiva di Lorenzo che è un grande campione”, spiega senza mezze misure il presidente del Coni, Giovanni Malagò.
“Ho rispetto della stampa straniera ma non la capisco.Abbiamo visto tutti cosa è successo – dice ancora – l’atteggiamento di Marquez sarà stato anche giuridicamente ineccepibile ma ha dato un colpo gravissimo alla sua reputazione. Quella di un ragazzo di grande talento giovanissimo e dal grande futuro”. Malagò annuncia poi di voler coinvolgere Rossi il prossimo 15 dicembre quando al Coni, alla presenza del premier Matteo Renzi, verranno consegnati i Collari d’Oro. L’idea è quella di affidargli il ruolo di ‘presentatore’ che l’anno scorso fu di Federica Pellegrini.
“A Valencia è stata una brutta giornata per lo sport”, gli fa eco Luca Cordero di Montezemolo, presidente del Comitato promotore di Roma 2024. “Credo che il mondo del motociclismo debba fare una riflessione seria su quello che è avvenuto”. Ancora più netto il commento di Paolo Sesti, presidente della federazione motociclistica italiana: “Ieri ero a Valencia ed è stato fatto un biscottone. Era abbastanza evidente che era già tutto preordinato per far perdere il mondiale a Valentino – dichiara – Le colpe però vengono da lontano, da una carenza di gestione da parte dell’autorità sportiva e del promotore (la Dorna, ndr) che hanno perdonato troppo a tanti”. Sesti teme per il futuro dell’intero motomondiale: “Ieri pomeriggio si adombrava che alcuni sponsor si volessero ritirare”. Riguardo invece ai tifosi ed ai media iberici il numero uno Fmi non vede acredine verso il ‘Dottore’. “A Valencia l’80% del pubblico era per Rossi, anche gli spagnoli, – racconta – ed io conosco tanti giornalisti spagnoli che sotto sotto dicono che non abbiamo tutti i torti e che è stato fatto qualche errore”.
Chi conosce bene la rivalità sportiva fra Spagna ed Italia è sicuramente Sandro Campagna, Ct della nazionale italiana di pallanuoto e membro dello storico ‘Settebello’ che vinse la medaglia d’oro a Barcellona 1992 battendo proprio gli iberici: “I giornali spagnoli dicono che Valentino Rossi non sa perdere? E’ un attacco abbastanza strumentale – dichiara – in Italia c’è una grande cultura della sconfitta e, almeno per la mia esperienza nella pallanuoto, c’è anche fra gli spagnoli perché pur perdendo contro di noi in casa la finale di un’Olimpiade sono stati dei gran signori”.
Nella fattispecie Campagna parla di “campanilismo nazionale reciproco. Non è un fatto di cultura sportiva. Probabilmente sono antipatie personali, tra Marquez e Valentino”. Una situazione bollente che rabbuia Paolo Sesti. “Non ci si è resi conto che questo era un bellissimo giocattolo che funzionava molto bene – conclude non nascondendo l’amarezza – alla fine delle gare c’era il terzo tempo come nel rugby, i piloti dopo avere rischiato la vita a 300 all’ora si stringevano la mano e si abbracciavano. Questo non succede più e il problema è che non succederà più neanche in futuro”. La spiegazione è semplice: “Molti piloti dovevano essere sanzionati in precedenza. Qui invece non è mai stato sanzionato nessuno tranne Valentino”.