Bufera su Tavecchio, Coni: Non si può commissariare Figc

Di Andrea Capello

Roma, 2 nov. (LaPresse) – Il giorno dopo la pubblicazione da parte del Corriere della Sera dell’audio contenente le frasi imbarazzanti del presidente Figc Carlo Tavecchio su ebrei e omosessuali, le polemiche non si placano. Le esternazioni del numero uno Figc, in una ‘intervista-chiacchierata’ dello scorso giugno con il direttore del quotidiano online ‘Soccerlife’ Massimiliano Giacomini, hanno agitato le acque non solo del mondo dello sport, ma anche di quello della politica.

In molti vorrebbero le sue dimissioni o, addirittura, la sua rimozione dalla poltrona di numero uno del calcio italiano. Un’ipotesi non attuabile né da parte del governo né da parte del Coni.

“L’autonomia dello sport deve essere un cardine importante. Quindi, il governo tecnicamente non può fare nulla ed è giusto che sia cosi perché il presidente Tavecchio è stato eletto democraticamente da un’assemblea. Però, allo stesso tempo, credo che il mondo del calcio, dai giocatori ai presidenti, debba riflettere e prendere una posizione”, afferma la deputata Laura Coccia, ex atleta paralimpica con delega sul calcio per il Pd.

Nel pomeriggio si fa sentire anche il numero uno del Comitato Olimpico Giovanni Malagò. Il capo dello sport italiano mette in luce come “le parole emerse attraverso la registrazione audio sono inaccettabili e vanno biasimate”, ma allo stesso tempo precisa: “Non esiste alcun presupposto tecnico-giuridico affinché il Coni possa prendere provvedimenti legati all’eventuale commissariamento della Federazione”. Malagò afferma, poi, di avere chiesto, “con urgenza, un report dettagliato alla Figc per approfondire il caso in questione e le singolari dinamiche della vicenda”.

Lo scenario insomma è chiaro. La politica non può ledere l’autonomia dello sport (pena la sospensione dalla Fifa, ndr) e il Coni può, da statuto, commissariare una Federazione solo “in caso di accertate gravi irregolarità nella gestione o di gravi violazioni dell’ordinamento sportivo da parte degli organi direttivi, ovvero in caso di constatata impossibilità di funzionamento dei medesimi o nel caso in cui non siano stati adottati, da parte delle Federazioni sportive nazionali, gli adempimenti regolamentari o il commissariamento ad acta delle articolazioni interne competenti, al fine di garantire il regolare avvio o svolgimento delle competizioni sportive nazionali”. Nessuno di questi è il caso in questione.

Restano, però, le polemiche con il Codacons che chiede al Tar del Lazio di sospendere la nomina di Tavecchio a presidente della Figc.

L’Assocalciatori preferisce non rilasciare dichiarazioni ufficiali facendo capire come la decisione di non prendere parte all’ultimo Consiglio federale sia di fatto esplicativa della posizione nei riguardi del presidente Tavecchio.

Il consigliere in minoranza di Lega Pro Gabriele Gravina mette in luce invece come “in un momento di grande difficoltà del nostro movimento avremmo bisogno di maggiore serenità e di ragionare su progetti e prospettive”.

Sull’argomento arrivano infine anche le parole di quelli che, oggi giorno, sono senza dubbio due ‘cervelli in fuga’ del calcio italiano. Il ct dell’Albania Gianni De Biasi e l’ex capitano della Juventus Alessandro Del Piero.

“All’estero non si sognerebbero di fare certe battute”, dice il primo. “Ci sono delle situazioni dove necessariamente non bisogna sbagliare in quello che si dice o nel messaggio che si dà”, sono le parole del secondo. Un dato di fatto che resta, a prescindere dalla esternazioni di Tavecchio e dal come siano venute alle luce.