Di Andrea Capello
Coverciano (Firenze), 30 lug. (LaPresse) – Lo aveva dichiarato ed è stato di parola. Alessandro Lucarelli sarà il capitano anche del nuovo Parma in Serie D. Prima però il difensore sta frequentando il raduno dei calciatori attualmente senza contratto organizzato dell’Aic a Coverciano, dove può anche frequentare il corso per ottenere il patentino da allenatore di base. LaPresse lo ha avvicinato in una pausa dei lavori per una chiacchierata a tutto campo fra passato, presente e futuro.
Come sta vivendo questa nuova esperienza?
Sono qui per prendere il patentino. Poi tornerò a giocare in Serie D nel nuovo Parma. Appena finito raggiungerò i ragazzi. E’ tutto già definito. Avevo già detto a suo tempo che sarei rimasto. Non ho mai giocato nei Dilettanti ed è stimolante far parte del progetto di un squadra che rinasce. Volevo essere in prima fila facendo un ultimo anno da calciatore e poi lavorare in società in altra veste. Questa sarà la mia ottava stagione e penso sia normale attaccarsi ad una città che mi ha sempre trattato bene riconoscendomi qualità dentro e fuori dal campo.
Come definirebbe l’annata burrascosa appena trascorsa a Parma?
Mi piace pensare che la gente abbia apprezzato e capito tutto quello che ho fatto l’anno scorso. Alla fine tutto gli sforzi fatti sono risultati vani, ma per me era un obbligo morale essere lì in prima fila con la bandiera crociata in mano. Sono andato in giro per l’Italia spendendomi in prima persona a parlare con Figc, dirigenti e calciatori. Ho fatto tutto quello che potevo fare ma non mi piace essere definito il ‘sindacalista’, piuttosto un tifoso del Parma.
Cosa direbbe all’ex presidente Tommaso Ghirardi ed all’ex ad Pietro Leonardi nel caso se li trovasse davanti?
Mi ci dovrei trovare. Da buon livornese mi verrebbe da dargli un cazzotto in faccia subito, senza aprire bocca, ma l’indifferenza per queste due persone che ci hanno rovinato è la cosa migliore. Dovranno guardarsi dentro e farsi un esame di coscienza, se ne hanno una. Credo sia più difficile da affrontare rispetto ad un cazzotto. Manenti? Lui è un danno collaterale. Ha millantato dal primo giorno e noi per un periodo gli abbiamo creduto perché eravamo disperati, ma gli va dato il peso che merita la persona che è.
Cassano ha deciso di lasciare la squadra a stagione in corso. Mister Donadoni è rimasto fino alla fine. Come giudica le loro rispettive scelte?
Per quanto riguarda Cassano la sua decisione va assolutamente rispettata. Non si sentiva di andare avanti in quelle condizioni ed ha anche rinunciato a dei soldi per andarsene. Giusto così. Mister Donadoni come tutti noi ha vissuto una stagione burrascosa sotto tutti i punti di vista. E’ anche grazie alla bontà della sua persona, a prescindere dalla qualità tecniche, che siamo arrivati alla fine. Mi auguro che riesca a trovare al più presto una panchina.
Si sente un anticonformista in un mondo del calcio schematico e legato ai cliché?
Nello spirito livornese c’è questa originalità. Ci piace essere anticonformisti, siamo diversi per natura però alla base della mia scelta c’è solo la voglia di restare nel Parma e finire nel Parma per dare un segnale di continuità: Siamo morti e rinati ed il capitano è sempre al suo posto.