Juventus campione d’Italia, le pagelle dei bianconeri: conferma Pogba, sorpresa Morata

Torino, 2 mag. (LaPresse) – Le pagelle della Juventus campione d’Italia 2014/2015.

Buffon (31 presenze, 17 gol subiti): Il capitano bianconero vive ormai una seconda giovinezza. Solo quattro partite saltate e prestazioni sempre ampiamente oltre la sufficienza con alcuni picchi da autentico fuoriclasse. Voto 8.

Storari (3 presenze, 2 gol subiti): Scudiero fedele, si fa trovare sempre pronto all’occorrenza. Voto 6.

Rubinho (1 presenza): La sua presenza è fondamentale soprattutto in allenamento. S.v.

Lichtsteiner (30 presenze, 3 gol): Il pendolino svizzero torna all’antica con il nuovo modulo di Allegri. Arretrando sulla linea dei terzini inevitabilmente si riducono le scorribande offensive ma resta comunque un pilastro della squadra. Voto 7.

Bonucci (31 presenze, 3 gol): Il giocatore che ha forse avuto la crescita maggiore in questa stagione, ormai stabilmente tra i migliori in campo. Dirige la difesa con personalità, riduce al minimo le famose ‘bonucciate’ ed è ormai un leader indiscusso della squadra. Voto 8.

Chiellini (28 presenze, 0 gol): Sembra pagare più di Bonucci il cambio di modulo, meno efficace in zona gol rispetto al passato e anche in difesa è meno dominante rispetto al passato. Resta comunque un punto fermo su cui contare. Voto 7.

Evra (20 presenze, 1 gol): Stagione a due facce: prima parte anonima in cui l’esperto terzino proveniente dal Manchester deve metabolizzare le differenze tra campionato inglese e italiano. Finale di stagione in crescendo, con prestazioni sempre di grande personalità. Voto 7.

Caceres (10 presenze, 1 gol): Il difensore uruguaiano passa più tempo in infermeria che in campo, ma quando c’è si sente. Nella fase centrale della stagione è sempre tra i migliori grazie alla sua duttilità, segna anche un gol decisivo in casa del Napoli anche se in leggero fuorigioco. Voto 7.

Barzagli (7 presenze, 0 gol): Assente per più dei sei mesi a causa di una serie infinita di guai fisici, rientra nella fase calda della stagione e fa subito vedere di essere ancora un pilastro della squadra. Voto 6,5.

Ogbonna (21 presenze, 0 gol): Alla terza stagione in bianconero non è ancora riuscito a ritagliarsi un ruolo stabile nella formazione titolare, si dimostra rincalzo di lusso dal buon rendimento. Ma da lui ci si aspetta di più. Voto 6,5.

De Ceglie (1 presenza, 0 gol): Rientrato dal prestito al Parma in una fase di emergenza infortuni, resta ai margini della squadra. Voto. S.v.

Pirlo (18 presenze, 4 gol): Come per Buffon gli anni sembrano non passare mai. Inizia la stagione ai box per un infortunio ma quando rientra Allegri gli affida subito le chiavi della squadra. Con le sue giocate e i quattro gol segnati riesce ad essere sempre decisivo. Voto 8,5.

Marchisio (31 presenze, 2 gol): Pilastro insostituibile, dove lo metti sta: regista, mezzala, all’occorrenza anche trequartista. Il Principino è ormai uno dei centrocampisti più eclettici e forti del Mondo, altra stagione da incorniciare. Voto 8.

Vidal (28 presenze, 7 gol): Si trascina i postumi dell’infortunio al ginocchio della scorsa estate per gran parte della stagione. Nei primi mesi è solo il pallido ricordo del Guerrero trascinatore del triennio contiano, poi cresce di condizione e nei momenti caldi si rivede finalmente il vero Vidal. Voto 7.

Pogba (22 presenze, 7 gol): Da grande promessa a fuoriclasse acclamato. Il fenomeno francese gioca un campionato da incorniciare, in cui mantiene sempre un rendimento altissimo e firma il suo record di gol. Si fa male proprio nella fase decisiva della stagione. Voto 8,5.

Pereyra (31 presenze, 2 gol): Arrivato in estate dall’udinese, il Tucumano si dimostra jolly prezioso nello scacchiere tattico di Allegri. Da trequartista o da mezzala garantisce corsa e qualità. Voto 7,5.

Padoin (21 presenze, 0 gol): Jolly prezioso da utilizzare all’occorrenza. La sua grande qualità è il farsi sempre trovare pronto sia come centrocampista che come difensore esterno. Voto 6,5.

Pepe (9 presenze): Dopo un calvario di due anni l’esterno romano torna in pianta stabile a disposizione di Allegri, gioca poco ma quando viene chiamato in causa non fa mancare il suo apporto. Voto 6.

Asamoah (6 presenze, 0 gol): Stagione disgraziata per il centrocampista ghanese, si fa male subito e non rientra più. S.v.

Sturaro (8 presenze, 0 gol): Arrivato a gennaio dal Genoa dopo che Marotta l’aveva già acquistato a titolo definitivo in estate, ci mette un mesetto per ‘studiare’ da giocatore della Juve poi Allegri gli dà fiducia ed è bravo farsi trovare pronto. Voto 6.

Romulo (2 presenze, 0 gol): Come per Asamoah stagione travagliata da un grave infortunio alla schiena. Di fatto non si vede mai. S.v.

Marrone (4 presenze): Non rientra nei piani di Allegri, salta all’ultimo la sua cessione a gennaio ma resta sempre ai margini. S.v.

Tevez (31 presenze, 20 gol): Riesce a far meglio della scorsa stagione ed è già un’impresa. Trascinatore autentico, con 20 gol è anche il capocannoniere del campionato. Quando non c’è si sente, imprescindibile. L’incertezza sul suo futuro fa tremare i tifosi. Voto 9,5.

Morata (27 presenze, 7 gol): Arrivato dal Real Madrid con l’etichetta del grande colpo di mercato, l’attaccante spagnolo paga all’inizio la sua giovane età e l’inesperienza. Allegri lo aspetta e quando capisce che è pronto lo lancia in pianta stabile come titolare dimostrando subito grande tecnica ed efficacia in zona gol. Voto 8.

Llorente (29 presenze, 6 gol): Il nuovo modo di giocare della Juve più per vie centrali che sulle fasce lo penalizza, riceve pochi palloni alti e il rendimento ne risente. In evidente calo rispetto alla scorsa stagione ma nel finale torna protagonista con un prezioso gol alla Fiorentina. Voto 6,5.

Matri (3 presenze, 0 gol): Tornato in bianconero a gennaio dopo un paio d’anno in giro per l’Italia, rincalzo di lusso. Voto. S.v.

Coman (12 presenze, 0 gol): Il giovanissimo francese ‘soffiato’ in estate al Psg fa intravedere numeri e potenziale da futuro campione. Allegri ha grande fiducia e lo dimostra mandandolo in campo all’esordio in campionato contro il Chievo. Poi resta ai margini, ma per lui questa è una stagione di apprendistato. Voto 6,5.

Allegri: Raccogliere l’eredità di Conte dopo tre campionati vinti di cui l’unico battendo tutti i record non era facile. Il tecnico toscano con umiltà e lavoro entra subito in sintonia con il gruppo e lo guida ad una stagione trionfale in Italia e in Europa. Voto 9.