Torino, 8 apr. (LaPresse) – “Le storie del calcio sono così: risate e pianti, pene ed esaltazioni”. Così scriveva il grande scrittore sudamericano Osvaldo Soriano, sovrapponendo il gioco del calcio alla vita. Uno sport che non è solo violenza, striscioni di deprecabili e quanto di peggio abbiamo visto negli ultimi mesi almeno in Italia. Il calcio sa essere anche emozione, aggregazione e capacità di porre sotto i riflettori iniziative degne di nota che altrimenti difficilmente verrebbero alla luce. E’ il caso del progetto dell’Unicusano che ha acquistato la squadra di calcio del Fondi per farne il portavoce della ricerca scientifica. E’ nata così la Unicusano Fondi Calcio: la squadra della Ricerca Scientifica, iscritta al campionato Nazionale Dilettanti e anche con buoni risultati. Attualmente i ragazzi allenati dall’allenatore Sandro Pochesci sono infatti settimi in classifica. Utilizzando il calcio, lo sport più amato nel nostro Paese, la Unicusano vuole informare e sensibilizzare sull’importanza della ricerca scientifica.
Calcio e ricerca. Due mondi apparentemente distanti che l’Unicusano Fondi Calcio unisce in questo progetto mai realizzato prima. L’obiettivo è quello di sensibilizzare e appassionare il pubblico sul tema dell’innovazione e lo studio, per rendere la ricerca scientifica la squadra più forte d’Italia. Una esperienza del tutto nuova in Italia, con l’ateneo romano sulle orme della nobile tradizione britannica e americana capace di unire istruzione e sport ai massimi livelli come nei casi di atenei come Oxford o Princeton. Significativa anche la scelta di Fondi, cittadina di 40mila abitanti in provincia di Latina in passato agli onori della cronaca per i sospetti di infiltrazioni mafiose nelle istituzioni. Fondi prova a dare un’immagine diversa di se anche grazie all’iniziativa dell’Unicusano che ogni domenica richiama sugli spalti dello stadio Purificato appassionati di calcio e studenti tutti pronti a tifare per la squadra del presidente Nicola Ciarlone. E per chi non ce la fa ad andare allo stadio c’è sempre la radiocronaca: con la diretta sulle frequenze 89.100 fm di ‘Radio Cusano Campus’ condotta da Gianluca Fabi.
L’Unicusano, sempre sulla scia dei modelli anglosassoni, nei prossimi anni cercherà sempre più di trasferire i calciatori promettenti direttamente dal campus universitario di Roma al campo del Fondi. Allo stesso tempo le giovanili della società possono contare su circa 300 giovani calciatori che rappresentano il futuro. Al fianco dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma per la ricerca cardiologica infantile e per la lotta alla sindrome del QT lungo, l’Unicusano è un esempio virtuoso nell’unire sport e ricerca come sottolineato da alcuni testimonial di eccezione. “Se in molti, anche nel mondo dello sport, facessero ciò che faccio io ci sarebbe di sicuro un appoggio in più. Alcuni campioni stanno dando il buon esempio. Se la celebrità dona gratuitamente il proprio volto, diventa un modello positivo e può promuovere con successo la ricerca scientifica”, ha spiegato l’attore Carlo Verdona a RadioCusano nel sostenere la ricerca contro la Fibrosi Cistica.
Altrettanto significativa è la testimonianza di Francesco Acerbi, il difensore del Sassuolo capace di tornare a giocare e arrivare fino in Nazionale dopo aver sconfitto il cancro. “Credo che qualsiasi contributo finalizzato a migliorare l’informazione medico-scientifica e a diffondere strumenti di prevenzione e di ricerca contro le malattie sia basilare per sensibilizzare tutti noi sui temi riguardanti i beni più importanti che abbiamo: la vita e la salute”, ha sottolineato Acerbi ai microfoni di Radio Cusano. “Io spero di poter trasmettere qualcosa, soprattutto come spirito di sacrificio e di lotta per raggiungere gli obiettivi sportivi e di vita”, ha aggiunto l’ex giocatore del Milan.
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