Roma, 22 gen. (LaPresse) – Il tribunale nazionale antidoping del Coni ha assolto gli staffettisti azzurri della 4×100 di atletica argento agli Europei di Barcellona 2010, col record italiano Simone Collio, Roberto Donati e Maurizio Checcucci. Per i tre staffettisti le richieste della Procura erano state di 2 anni e 3 mesi per Collio, 2 anni per Checcucci e 8 mesi per Donati. I tre erano stati deferiti in base ai verbali trasmessi dalla procura di Bolzano nata dall’inchiesta sulla positività al doping del marciatore Alex Schwazer. Il Tribunale ha assolto i tre atleti in base alle Norme Sportive Antidoping in vigore all’epoca dei fatti, visto il Codice Sportivo Antidoping entrato in vigore il 1 Gennaio 2015, laddove applicabile a titolo di lex mitior, e per Collio e Checcucci, visto l’art. 40.1 del Csa 2015.
“Secondo me non è giusto che si devasti cosi la vita delle persone. Io sono passato per un dopato a fine carriera. Sono stato sputtanato in tutto il mondo. Chi mi ripaga di questi danni? Questo non è giusto”. Lo dice lo staffettista azzurro, Simone Collio, dopo l’assoluzione da parte della seconda sezione del Tribunale Nazionale Antidoping insieme ai colleghi della staffetta 4×100 argento agli Europei di Barcellona 2010, col record italiano Roberto Donati e Maurizio Checcucci. Lo sfogo di Collio, unico presente alla lettura della sentenza, è duro. “Sono arrabbiato come una bestia perché non avevo commesso niente di illecito. Ci hanno messo in mezzo a questa storia. Sapevo di essere innocente, anche se mi toglievano la medaglia per me l’avevo vinta – argomenta – chi mi ripaga del danno incredibile della mia immagine? Ora metterano due righe che ci hanno assolti e finisce qui ma la gente penserà che sono stato un dopato”. “Non c’erano prove di illeciti, solo supposizioni. Il tribunale ha accolto la nostra tesi ed è giusto così”, gli fa eco il legale Giovanni Fontana (lo stesso che ha difeso Carolina Kostner, ndr). “L’immagine degli atleti lesa? Questo purtroppo non si può cambiare in nessun modo ma dare risalto alla loro assoluzione può essere un modo di pulire i danni che hanno involontariamente comunque subito”. Presente alla sentenza anche il padre dell’atleta, Dario Collio. “Abbiamo passato 6 mesi di inferno sia Simone che io – spiega – Per un’atleta a fine carriera che ha dato 15 anni di vita per l’atletica vedersi piombare addosso un uragano così è devastante. Sono felice perché sono stati assolti tutti i ragazzi e perché oggi ho avuto la dimostrazione che la giustizia c’è ancora”.