Roma, 12 gen. (LaPresse) – “Un possibile ritorno di Ibrahimovic in Italia alla Roma? Con Zlatan prendiamo le cose un anno alla volta. Dipende dalla sua volontà, ha ancora un anno e mezzo con il Psg ed è incedibile. La Roma? Io credo che non se lo possa permettere”. Lo dice il procuratore dell’attaccante svedese, Mino Raiola, ai microfoni di Radio Anch’io Sport. Il procuratore cura anche gli interessi di Paul Pogba: “Oggi è uno dei giocatori più cari del mercato per età, talento e margini di miglioramento – spiega -. Quanto vale? La sua quotazione dipende dall’acquirente”.
– Raiola dribbla invece le voci che vorrebbero la Juventus interessata a un altro suo assistito doc ovvero Mario Balotelli: “Io ho una regola – dichiara Raiola -, durante il mercato non parlo di mercato”. Restando in argomento, il procuratore racconta che “prima di tutto oggi non si parla più della sua vita privata ma di quella sportiva e questo è un grande miglioramento. Inoltre ha avuto un infortunio e non è al 100%. Non è facile andare all’estero e adattarsi subito in una squadra nuova, ma non sono preoccupato come la stampa italiana. Deve solo stare tranquillo e lavorare. La scelta di andare via dal Milan la rifarei. In quel momento era quella giusta”.
Raiola fa poi una critica al calcio italiano: “Non c’è solo mancanza di soldi ma anche di idee – spiega-, è un calcio che non si è ancora trasformato da sistema che deve comprare a sistema che deve creare”. Riguardo ai motivi a dire del procuratore relativi al perché i ‘big’ non vengono più in Italia: “In un Paese come l’Italia non si può giocare in certi stadi, poi in Italia si gioca a calcio per non perdere e in giro per vincere. Resta il più difficile, ma i giovani non ci vengono perché hanno paura di essere poco utilizzati mentre per i campioni affermati ai motivi detti prima si aggiunge la mancanza di appeal economico, che influisce”.
Per il futuro secondo Raiola la cosa più importante è la programmazione a partire dal basso, unita alle strutture, due aspetti sui quali l’Italia è carente. “Non esiste un posto al mondo al quale Dio ha dato tutto il talento – argomenta -, c’è ovunque ed esce dove ci sono le condizioni migliori, faccio l’esempio dell’Olanda, un piccolo Paese che negli ultimi anni ha creato grandi giocatori”. Infine, una battuta sul pallone d’oro che sarà consegnato oggi: “Sarebbe bello lo vincesse Neuer”.