Milano, 21 nov. (LaPresse) – “Luciano Moggi è venuto allo stadio con i suoi nipotini e rappresenta una parte importante della nostra storia”. Lo ha detto il presidente della Juventus Andrea Agnelli, rispondendo all’editorialista del Financial Times Simon Kuper, che nel corso di un incontro sul futuro del calcio italiano in Triennale a Milano, che gli ha fatto una domanda sull’opportunità di invitare allo Juventus Stadium l’ex dg della società coinvolto nella vicenda Calciopoli. “Noi siamo il Paese del cattolicesimo e del perdono, si può anche perdonare no?”, ha concluso Agnelli.
Sulla vicenda di Calciopoli il presidente della Juventus Andrea Agnelli ha spiegato che la questione che a suo avviso non è corretta è quella legata “al principio della parità di trattamento”. “È vero, abbiamo sbagliato – ha ammesso Agnelli nel corso di un incontro alla Triennale di Milano – ma com’è possibile che chi ha fatto lo stesso sia uscito con lo scudetto in tasca?”, ha proseguito facendo riferimento all’Inter. Andrea Agnelli ha sottolineato che “in una cerchia ristretta di 20 persone” la Juventus sia stata “l’unica a pagare per comportamenti che sono uguali per tutti”. “Siamo in 20 in quella stanza in Lega calcio – ha aggiunto – non siamo di più”. “La Juventus dal 2006 al 2010” nel periodo post Calciopoli, per il presidente Agnelli era “estremamente amabile”.
“Max Allegri è il futuro e ha tutta la fiducia della squadra” e con lui “è possibile un percorso di crescita per la Juventus”. Ne é convinto il presidente Agnelli, che ha parlato del cambio sulla panchina bianconera nel corso di un incontro sul futuro del calcio italiano alla Triennale di Milano. “Quello che c’era da dire su Conte l’ho già detto nella lettera che gli ho inviato – ha spiegato – quando una persona non vuole rimanere in un posto, un presidente deve lasciarlo libero”.
Riguardo al cambio di allenatore, Agnelli ha sottolineato che “quello che conta è il futuro, il passato è dietro le spalle”. “La nostra volontà è quella di continuare a costruire la squadra con Pogba e Vidal”, ha assicurato il presidente della Juventus. “La serie A – ha proseguito – è diventata però una lega di transito” e spesso “i grandi campioni vengono da noi, si consacrano e poi vanno nelle altre 4 o 5 grandi squadre europee” che ci sono oltre la Juve.