Coni, scintille Malagò-Barelli su squalifica da disciplinare Fin

Roma, 30 set. (LaPresse) – Il giorno dopo la squalifica di 16 mesi inflitta dalla disciplinare della Fin a Giovanni Malagò (in qualità di presidente del Cc Aniene, ndr) per frasi pronunciate in Giunta Coni e giudicate lesive della reputazione della Federnuoto, la tensione fra il numero uno del Comitato Olimpico Italiano e quello della Fin, Paolo Barelli, resta alta. Entrambi negano che si tratti di qualcosa di personale fra loro ma dichiarazioni dirette e ficcanti arrivano tanto da una parte quanto dal’altra. Per Malagò: “Il mondo dello sport non solo è rimasto sorpreso ma si vergogna di quello che è successo ieri. Ricevo tonnellate di messaggi che mi chiedono come sia possibile una cosa del genere”. L’antefatto è noto. Il Coni nel mese di febbraio invia alla Procura di Roma un esposto contro la Fin denunciando presunte doppie fatturazioni in merito alle spese di ristrutturazione della piscina del Foro Italico. Il pm chiede l’archiviazione ma la Coni Servizi (ovvero la presunta parte lesa, ndr) chiede al gip un supplemento d’indagine che viene concesso fino al 20 dicembre.

“Io riferisco il problema in Giunta né più né meno di come hanno riferito altri uffici del Coni, è un mio dovere istituzionale di vigilianza, siamo nel pieno rispetto del ruolo che credo sia sacrosanto esercitare”, argomenta Malagò. “Poi questi verbali sono stati dati ad un procuratore che mi ha deferito ed in primo grado la giustizia sportiva ha combinato quello che ha combinato semplicemente perché sono tesserato, per altro orgogliosamente, di una federazione come di tante altre, credo siano 17-18”. Il presidente del Coni si dice “molto sereno e quasi divertito per il non senso di tutto questo”. “Se affermazioni, neanche mie, riportate dagli uffici ti portano a questo il fatto si commenta da solo”, aggiunge. “Quanto accaduto è la dimostrazione che siamo nel giusto nell’aver portato avanti la riforma della giustizia sportiva”, conclude senza troppi giri di parole il capo dello sport italiano.

Dall’altra parte della barricata Barelli risponde con parole altrettanto eloquenti. “Secondo Malagò lo sport si vergogna di questa sentenza? Lo dice lui. Ognuno esprime le proprie opinioni e se ne assume le responsabilità”, dichiara il numero uno della Federnuoto. “La Fin è fatta di persone corrette e dirigenti capaci – aggiunge – Non si può esserlo solo nel portare le squadre ad eccellere ma si è capaci anche nella gestione e nell’amministrazione. Noi siamo chiaramente soggetti ad essere osservati valutati e se serve anche giudicati ma questo vale per tutti. La sentenza è online e tutti leggendola possono farsi la propria opinione”. Ma è quando gli viene chiesto chi fra lui e Malagò faccia una ‘figura peggiore’ in questa vicenda che Barelli piazza l’affondo ricordando come questa situazione: “Non ce la siamo andata a cercare e non abbiamo fatto nulla perché ciò avvenisse”. “Sono cosciente del fatto che nessuno ci fa una bella figura ma non è che possiamo sdraiarci al suolo o arrenderci nel momento in cui si è convinti di stare subendo un attacco completamente ingiusto”, dice ancora il numero uno Fin mettendo in luce come, a suo dire, “da tempo c’è un’aria di non accondiscendenza nei confronti della nostra federazione che si è manifestata in maniera allarmante con questa denuncia”.

Malagò, dal canto suo, annuncia il ricorso e risponde con una contro stoccata. “E’ normale ed evidente che lo farò. A prescindere che, magari, se non ci fossero troppi parenti a giudicare, forse sarebbe una buona cosa”. Un riferimento al grado di parentela (sono cognati, ndr) che lega il presidente della Disciplinare, Adriano Sansonetti, a Pier Salvatore Maruccio, presidente della Commissione d’Appello che dovrà giudicare in secondo grado ma anche all’avvocato Massimo Mamprin, membro della Disciplinare e figlio di Giancarlo Mamprin, presidente del Cda della Fin Plus, società di servizi della Federnuoto. In attesa degli sviluppi sia da parte della giustizia sportiva che di quella ordinaria la temperatura dell’acqua insomma continua ad essere bollente.