Futuro Figc, Albertini scioglie le riserve e annuncia candidatura a presidente: Sono a disposizione

Milano, 21 lug. (LaPresse) – “Mi metto a disposizione, come regista del cambio di marcia del nostro calcio”. Con queste parole Demetrio Albertini ha annunciato la sua candidatura a presidente della Figc nel corso di una conferenza stampa a Milano. “Mi metto a disposizione perché sono qui, da solo. Per essere candidato devi avere un terzo delle componenti. Io non ho nemmeno l’Aic, anche se mi ha chiamato mille volte”, ha spiegato Albertini nel corso di un incontro con la stampa a Milano in cui ha spiegato le ragioni del suo gesto. “Prima del Mondiale ho annunciato la mia interruzione da vicepresidente perché dopo 8 anni, percorso importante da dirigente sportivo a titolo gratuito in Figc, per valorizzare il calcio italiano – ha ricordato – ho pensato di aver maturato delle considerazioni su quello che il nostro calcio sta subendo, confrontandomi a livello europeo”. Da allora, però, “sono cambiati tutti gli scenari – ha aggiunto – Non pensavo che ci fossero le dimissioni di Abete e Prandelli”. “Questo mese ho cominciato a ricevere tante telefonate e anche tanti apprezzamenti dalla gente per strada, quelli che vanno allo stadio, che mi hanno chiesto di mettermi a disposizione di quello che potrebbe essere il rilancio” del calcio italiano. “Ho sempre fatto il regista in campo – ha sottolineato l’ex calciatore del Milan – e ora vorrei essere il regista del cambio di marcia”.

“Ho sempre ripetuto che bisognava mettere al centro il calcio giocato, ne sono ancora convinto”, ha proseguito Albertini che individua nella governance della Federazione il primo punto su cui intervenire. “Oggi la Ficg non è nelle condizioni di prendere decisioni comuni se non all’unanimità – ha spiegato – basti pensare che oggi la sommatoria di due componenti può raggiungere in peso pari al 51% in Assemblea ma queste componenti sono in minoranza in Consiglio Federale, rendendo di fatto impossibile qualsiasi scelta strategica”. Per Albertini ci sono “tanti veti incrociati” e questo “porta a capire che ci vuole una volontà comune per cambiare la situazione”. “Mi sono chiesto se c’era la possibilità di fare qualcosa – ha proseguito – e ho visto che è molto difficile arrivare a una condivisione programmatica all’unanimità fra le componenti”. L’ex calciatore, però, ha provato a stilare alcuni punti “che no vogliono essere un programma ma una filosofia” attorno ai quali raccogliere il consenso di presidenti, allenatori, calciatori e arbitri. Prima tra tutti, la necessità di un progetto sportivo. “È troppo limitativo ridurre tutto il dibattito sul numero di squadre in serie A e serie B – ha spiegato – se non riusciamo a decidere riguardo all’obbligatorietà di attingere ai nostri vivai diventa difficile proporre qualsiasi modello sportivo”.

Per l’ex calciatore, la forza del calcio italiano sta proprio nel fatto che “nessuno come noi ha una lega dilettanti in tutto il territorio, da Nord a Sud” e “la sinergia che dobbiamo aprire ricca di valori, sponsorizzazioni, reclutamento deve essere valorizzata”. “Oggi alla Figc manca l’armonizzazione fra tutte le componenti – ha sottolineato Albertini – siamo l’unico Paese con tre leghe professionistiche e una dilettanti. La Federazione non può ridursi a una spartizione di poltrone. Non sono un politico, se dovessi pensare alle gerarchie dei numeri non mi metterei a disposizione ma sento di avere la responsabilità nei confronti di tante persone e di avere un’opportunità che può essere colta”. Con Carlo Tavecchio, anche lui disponibile a guidare la Figc anche se non ancora candidato ufficialmente, Albertini si è “confrontato”, ma ha assicurato di non averne “fatto una questione di numeri”. “Non sono voluto entrare nelle dinamiche e nei meccanismi politici – ha ribadito – Forse sono un pazzo, ma sento la responsabilità verso persone che non hanno il voto” e che chiedono un rinnovamento profondo del calcio italiano dal quale si sono allontanate.

A proposito del paragone con la Germania, fresca vincitrice del Mondiale in Brasile, Albertini ha spiegato che “non possiamo pensare di guardare al modello tedesco, siamo un altro Paese con un’altra cultura. Ma l’obiettivo deve essere lo stesso: con una sola regola loro hanno il 34% stranieri nelle loro squadre, noi con tante regole ne abbiamo il 65%”. L’ex giocatore del Milan ha parlato anche di tutela dei vivai e “valorizzazione del nostro sport sul territorio”. “Bisogna togliere il corporativismo in Federazione – ha spiegato – scriviamo insieme una piattaforma”. Albertini, infine, a chi gli domandava se avesse parlato con Andrea Agnelli e Barbara Berlusconi ha risposto: “Ho ricevuto diverse telefonate, quella di Barbara ancora no. Alcuni presidenti mi hanno detto sei una persona meravigliosa ma non ti voto perché sei un ex calciatore e questo dopo 8 anni di lavoro in Federazione dispiace. Non voglio essere il candidato di un presidente – ha spiegato – di una fazione o di una componente, anche se spero che una componente mi candidi ora che ho dato la mia disponibilità”. In merito al nuovo ct della nazionale, Albertini è sicuro. ” Vedo sui giornali nomi così importanti, si può scegliere a occhi bendati fra quelli che si nominano in questi giorni – ha evidenziato – Dipenderà da chi sposerà più la filosofia della Figc”. Il successore di Prandelli, in ogni caso, “lo sceglierà il nuovo presidente l’11 agosto – ha aggiunto – Abbiamo visto che c’erano tutti i tempi tecnici. E’ una delle poche cose che oggi può scegliere il presidente”.

L’ex centrocampista del Milan e della Nazionale, prima dei Mondiali aveva annunciato la sua decisione di lasciare l’incarico di vicepresidente Figc perchè non vedeva una reale volontà di cambiamento del calcio italiano. Dopo il disastro del Mondiale e le dimissioni di Giancarlo Abete, però, lo scenario è mutato. Chiamato ‘al capezzale’ del nostro calcio dalle così delle componenti tecniche del consiglio federale, vale a dire l’Assocalciatori di Damiano Tommasi e l’Assoallenatori di Renzo Ulivieri, Albertini si è preso qualche settimana per decidere.

L’ex regista rossonero ha ricevuto nelle scorse settimane anche l’investitura di una parte dei presidenti della Serie A capeggiata da Andrea Agnelli della Juventus, che hanno individuato nella figura proprio di un ex giocatore con l’esperienza di Albertini, la figura in grado di rilanciare il nostro movimento. Per il momento l’unico altro candidato alla presidenza della Figc è Carlo Tavecchio, presidente della Lega Nazionale dilettanti, che dalla sua è già sicuro di ottenere l’appoggio oltre della sua Lega anche della Lega Pro e di quella parte dei presidenti di Serie A che hanno come riferimento Claudio Lotito e Adriano Galliani. Nella conferenza di oggi probabile che Albertini illustri i suoi programmi per una sfida che si annuncia difficile ma fondamentale per il futuro del nostro calcio.