Roma, 30 giu. (LaPresse) – Sarà l’11 agosto il ‘D-day’ nel quale la Figc eleggerà il suo nuovo presidente. Pochi giorni dopo arriverà anche il nuovo commissario tecnico che già il 4 settembre debutterà nell’amichevole di prestigio contro l’Olanda ed il 9 ad Oslo sfiderà la Norvegia nella prima gara di qualificazione ad Euro 2016. E’ quanto stabilito nell’atteso consiglio federale andato in scena a Roma dopo lo tsunami provocato dalle dimissioni del commissario tecnico, Cesare Prandelli, e del presidente federale Giancarlo Abete a causa della precoce eliminazione degli Azzurri dal mondiale brasiliano. L’attuale numero uno della Federcalcio, che ha confermato le sue dimissioni irrevocabili, traghetterà la federazione fino alla data dell’assemblea elettiva. “Non è mia abitudine abbandonare la nave – ha spiegato – cercheremo di lavorare bene e portare avanti le aree di nostra competenza che devono essere portate avanti come le iscrizioni ai campionati. Ho detto alle varie componenti di organizzare incontri in questo mese per dare una conduzione partecipata alla federazione. Nello sport ho sempre difeso il principio della responsabiità oggettiva ed è giusto che lo applichi a me stesso. Chi dice che avrei potuto ritirare le mie dimissioni non mi conosce proprio”.
Abete ha voluto comunque togliersi qualche sassolino dalla scarpa, in particolare nei confronti del Coni. “Tutti sanno che, al di là dei rapporti personali, non c’è condivisione da parte mia di alcune politiche sportive portate avanti dal Comitato Olimpico – ha dichiarato – E’ risaputo che io scelsi un altro candidato (rispetto a Malagò, ndr) ma non è per questo. Ritengo che sia faticoso migliorare le situazioni delle federazioni sportive evidenziandone solo le criticità, non tenendo conto dei percorsi fatti in maniera lineare”. Abete infatti ha rimarcato come alle Olimpiadi Invernali di Sochi: “non abbiamo neanche vinto una medaglia d’oro”. “Sappiamo che il calcio ha maggiore visibilità ma l’attenzione deve essere rivolta a tutte le discipline sportive – ha aggiunto – Non ci possiamo poi porre il problema esistenziale che i 62 milioni ricevuti dal calcio sono troppi”. “Non voglio fare riferimento a singole discipline – ha spiegato ancora Abete – dico semplicemente che c’è tanta attenzione sul calcio ma la problematica riguarda anche altre realtà”. Porta sbarrata anche all’ipotesi commissariamento. “Io sono sempre stato per il rispetto del voto dato dalla base, questo è il principio della democrazia – ha detto Abete – Ho una certa ritrosia alle logiche del commissariamento che danno titolarità a soggetti che non hanno un riconoscimento”. Abete ha chiuso il suo lungo discorso soffermandosi sulla morte del tifoso napoletano Ciro Esposito: “Da quello che si legge sembra che il responsabile della morte di Ciro Esposito sia io. Evito di commentare in questa sede. Lo farò in altre sedi e mi fermo qua”, il suo sfogo a riguardo.
In alto mare il discorso del nuovo commissario tecnico, se ne parlerà dopo l’11 agosto. La priorità assoluta è ora quella individuare il nuovo presidente federale. Al momento candidature ufficiali non ce ne sono ma il nome forte è quello del presidente della Lega Dilettanti, Carlo Tavecchio: “Io candidato? Farò delle riflessioni questa settimana con il mio consiglio perché non bisogna dimenticare che io ho una Lega Dilettanti ed un consiglio con cui dovrò parlare e poi fare le dovute valutazioni – ha detto – Altri candidati? Non so ancora se lo sono io non posso sapere gli altri”. A prescindere dalle dichiarazioni ufficiali Tavecchio, forte del probabile appoggio delle Leghe (i Dilettanti da soli pesano per il 34% dei voti, ndr) sembra comunque pronto a scendere in campo. “Io in pole position? Chi lo è di solito perde”. Sul discorso commissario tecnico le sue idee sono chiare: “Siamo noti nel mondo per il centro tecnico di Coverciano, abbiamo tecnici preparati, abbiamo avuto Valcareggi, Bearzot, Vicini, bisogna sfruttare questo patrimonio. Fosse per me vorrei che fosse una persona di alto prestigio assistito da giovani. Ho in mente una cantera federale con cui in passato siamo arrivati ad ottenere grandi risultati”. Con lui alla guida della Figc i nomi altisonanti come Allegri e Mancini sarebbe quindi praticamente tagliati fuori. “Io lo farei domattina”, gli ha fatto eco il numero uno della Lega Pro, Mario Macalli.
Si augura invece una molteplicità di nomi fra i quali poter scegliere il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, che ha puntualizzato come le nuove candidature: “devono essere accompagnate da un programma da proporre e condividere”. Si smarca invece al momento il presidente della Lega Serie B, Andrea Abodi, giudicato un outsider nel ‘toto-nomi’ di questi giorni. Resta in silenzio pure Demetrio Albertini, l’altro uomo federale individuato. Un volto giovane che piacerebbe a quelli che vedono nel rinnovamento, almeno dal punto di vista anagrafico, la strada da intraprendere. In attesa che qualcuno getti la maschera ed annunci la sua volontà di sedere sulle poltrona principale di Via Allegri l’Italia del pallone, intanto, attende ancora la sua nuova guida.