Giro d’Italia: Quintana domina cronoscalata, ma Aru infiamma il pubblico

Dal nostro inviato Attilio Celeghini. Crespano del Grappa (Treviso), 30 mag. (LaPresse) – Se il Giro d’Italia 2014 si è ormai praticamente consegnato al suo padrone, l’Italbici ha trovato il campione del futuro. Sul traguardo di uno dei luoghi simbolo della Grande Guerra, quel Monte Grappa che fu ultimo baluardo dall’attacco delle truppe austriache, Nairo Quintana vince la sua battaglia: in un sol colpo respinge al mittente le polemiche, conferma la sua potenza e consolida il primato in classifica generale. Tacciono e ripongono le armi i nemici che pure, nelle calde ore del post-Stelvio, avevano pensato ad un’alleanza contro di lui. Invece, escludendo clamorosi ribaltoni, la corsa rosa pare ormai saldamente nelle mani, anzi nei pedali, del fuoriclasse di Combita.

Beninteso, se parliamo del presente: perché dalla durissima cronoscalata scattata da Bassano e conclusa, appunto, sulla Cima Grappa (28,8 km, di cui 19,3 di salita tra il 9 e il 10% di pendenza con punta del 14%), Fabio Aru ha offerto sprazzi di classe, scalando verso un radioso futuro e candidandosi ad un sogno per il domani. Il sardo della Astana, già protagonista dell’impresa a Montecampione, non riesce a battere il tempo eccezionale di Quintana, che non aspettava altra occasione per esaltare le sue doti di scalatore purissimo (1.05″37 il suo cronometro), ma fa impazzire il folto e rumoroso (nonché invadente in alcuni tratti) pubblico accorso in massa lungo la salita finale. Al termine, è di soli 17″ il ritardo di Aru dal superman colombiano, al termine di una prestazione che fa riecheggiare in valle le imprese degli eroi del passato e, forse, consegna al nostro Paese un nuovo campione capace di infiammare le platee anche a livello internazionale.

Per adesso, Aru punta dritto al podio, decisamente alla sua portata. In un sol colpo, l’azzurro della Astana si ‘sbarazza’ infatti del francese Pierre Rolland (arrivato a 1’57”), che scavalca e del polacco Rafal Majka (+3’28”), raggiungendo la terza posizione in classifica generale, a 3’46” da Quintana. Davanti al ‘tamburino sardo’, resiste solo Uran (a 3’07”), apparso ben lontano dal fulmine visto nella cronometro da Barbaresco a Barolo. Non sfigurano Domenico Pozzovivo, giunto a 2’24” e Franco Pelizotti, a 3’22”. Ma le speranza italiane, adesso, sono tutte riposte in Aru, staccato di 41″ da Uran. Potrebbe essere tra loro due l’ultimo, grande duello finale. Il colombiano della Omega Pharma Quick Step giunge sul Grappa a 1’26” da Quintana e con tutta probabilità dice addio al sogno di ‘remuntada’ ed arrivare a Trieste in maglia rosa visto il gap di 3’07”. Ultima chiamata, la Maniago-Zoncolan di domani: dove, però, la maglia rosa avrà il vantaggio di poter controllare un cospicuo vantaggio prima della passerella di domenica da Gemona a Trieste. Chissà che sul traguardo, posto a traguardo a 1.730 metri di altezza, non arrivi l’ennesimo sigillo di Quintana. O al contrario, che sulla ‘salita più dura d’Europa’, non accada qualcosa di significativo per la classifica finale.