Torino, 16 mag. (LaPresse) – Da Ciro Immobile a Giuseppe Rossi passando per Francesco Totti. Il Ct dell’Italia, Cesare Prandelli, in un’intervista concessa a ‘La Gazzetta dello Sport’ spiega le sue scelte in attacco oltre alla coppia Cassano-Balotelli. Per quanto riguarda il capitano della Roma il commissario tecnico dice: “Ci ho pensato, prima dell’infortunio aveva dati straordinari. Poi sono esplosi i più giovani e il futuro è loro”. Fra i calciatori che sono diventati protagonisti, in testa a tutti c’è il granata Ciro Immobile: “Ha fatto tanti gol e queste sono le risposte giuste a quelli che dicevano: è un ragazzo – spiega – nella storia dei Mondiali ci sono degli attaccanti con percorsi simili: penso a Paolo Rossi, a Schillaci. Tutti devono capire che uno può giocare solo una partita, ma può essere ‘la’ partita”. Fiducia accordata pure a Giuseppe Rossi: “L’ho convocato perché quattro mesi e mezzo fa, prima dell’infortunio, era capocannoniere della Serie A e lo è rimasto qualche settimana ancora dopo essersi fatto male, segno che stava compiendo qualcosa di straordinario – argomenta – La sua chiamata è un messaggio per tutti: se uno vuole una cosa e lotta e fa fatica per quella cosa, merita una chance”.
“Balotelli? Se guardiamo alle presenze e ai gol a livello con la nazionale ha fatto tantissimo, ha già segnato 14 gol”, dice Prandelli. “Ha sempre giocato così con me e spesso da solo in avanti. Anzi – aggiunge il ct – quando ha giocato da solo ha fatto le partite migliori. E’ chiaro che non bisogna coinvolgerlo nella costruzione se gioca da solo, ma deve stare lì e finalizzare perchè abbiamo i cinque centrocampisti che devono costruire”.
Prandelli parla anche di Antonio Cassano e del suo utilizzo come ‘falso nove’: “Potrebbe anche giocare così. Quel ruolo sul centrosinistra ora gli piace molto, Roberto (Donadoni, ndr) è stato bravo a proporglelo perchè lui due anni fa non era convinto. Ma con Rossi facevano proprio due finti nove e mi piacevano molto”. Infine sulla difesa a tre: “Se la faremo sarà una difesa a tre che slitta molto, con un giocatore con caratteristiche diverse rispetto a un difensore. Dovremo essere sempre adattabili agli avversari”.
“Non mi sento schiavo del codice etico – ha detto ancora il ct in merito al ‘caso’ Chiellini-Pjanic che ha agitato l’ultima giornata del campionato italiano – ho sempre deciso io, in base a quello che vedevo e sentivo”. Prandelli ricorda come il codice etico nacque quattro anni fa “quando Balotelli, che allora era al Manchester, venne espulso, io decisi di convocarlo senza aspettare il giudice sportivo inglese, perché per me Mario non aveva commesso alcun tipo di violenza”. “Nessuno disse nulla o creò problemi, forse perché il giudice era inglese – aggiunge – In Italia c’è troppa faziosità, questa è l’Italia”.