Manchester (Regno Unito), 22 apr. (LaPresse) – L’incarico era da fare tremare i polsi a qualsiasi allenatore: raccogliere l’eredità di sir Alex Ferguson, che la scorsa stagione aveva annunciato l’addio al Manchester United dopo 27 anni e 38 trofei conquistati. Una carriera leggendaria ed inimitabile. Eppure, lo United aveva puntato forte su David Moyes, che aveva firmato un contratto di sei anni con la sua nuova squadra. Scozzese come sir Alex, il tecnico di Glasgow poteva vantare un curriculum degnissimo, che ne faceva l’identikit ideale per proseguire il corso Ferguson: 518 partite sulla panchina dei ‘Toffees’, tre volte nominato ‘allenatore dell’anno’. I beffardi incroci di cui è spesso capace il destino hanno fatto sì che proprio il ‘suo’ Everton sia stato il capolinea della sua avventura ad Old Trafford.
La sconfitta per 2-0 e l’aritmetica certezza di non poter più raggiungere un piazzamento in Champions League, per la prima volta negli ultimi 19 anni di storia dei Red Devils, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Anche se probabilmente l’addio di Moyes si sarebbe, comunque, concretizzato a giugno, vista la stagione decisamente deludente e che ha fatto sprofondare la squadra in una crisi inimmaginabile alla fine della scorsa stagione, dopo la conquista del 20° titolo d’Inghilterra. Il 50enne scozzese, che ha pagato la mancanza di esperienza in un top club, è stato rimosso ufficialmente dall’incarico dal presidente dello United Ed Woodward dopo l’incontro di questa mattina. I numeri, purtroppo per Moyes, sono impietosi. Il Manchester, distante 23 punti dalla capolista Liverpool e 13 dalla zona Champions, sconfitto 11 volte in campionato (comprese le umiliazioni patite contro i Reds e i cugini del City), ben 10 volte nelle 22 gare del 2014 giocate in tutte le competizioni, rischia di concludere nella classifica di Premier League con la posizione più bassa dal 1990.
Solo il successo finale in Champions, forse, avrebbe potuto salvare l’allenatore che però si è arreso nei quarti contro il Bayern Monaco, anche se lo United ha combattuto a testa alta con i campioni d’Europa. Di certo, a Moyes non si possono addossare tutte le responsabilità del flop: sul rendimento di una squadra sempre più vecchia ha anche inevitabilmente pesato un mercato che non ha fruttato arrivi di peso, per scelta della famiglia Glazer, proprietaria della società, che non ha voluto fidarsi dei consigli del nuovo tecnico dopo i 65 milioni di sterline già spesi per Fellaini e Mata. Toccherà ora a Ryan Giggs tentare nella difficile impresa di salvare il salvabile nelle quattro partite che restano da giocare in Premier, arrivando alla qualificazione in Europa League, rimasto l’ultimo obiettivo. Il 40enne esterno gallese ha trascorso 23 anni allo United e ha vinto tutto a livello di club, facendo di lui il giocatore più decorato nella storia dei Red Devils.
Oltre all’esperienza del campo, Giggs può vantare già una certa esperienza manageriale visto che da qualche tempo lavora già nello staff tecnico. Il futuro però dovrebbe chiamarsi Louis Van Gaal, tecnico che può portate ad Old Trafford quella ventata di maturità ed esperienza che sono mancate nella guida di Moyes. Il commissario tecnico dell’Olanda si libererà dopo i Mondiali in Brasile e secondo indiscrezioni avrebbe già avuto contatti con la proprietà dello United. Ma tra i candidati a guidare i Red Devils ci sono anche Jurgen Klopp, che dopo una stagione di poche soddisfazioni al Borussia Dortmund potrebbe decidere di lanciarsi in una nuova avventura e Diego Simeone, stella nascente degli allenatori europei grazie ai brillanti risultati del suo Atletico Madrid in corsa per il titolo in Liga e in Champions League. Da non escludere, inoltre, la strada che porta a Laurent Blanc, attuale tecnico del Paris Saint Germain.