Torino, 6 mar. (LaPresse) – “Balotelli? Come ho sempre detto con Mario è stato divertente, ho un buon ricordo di lui… Ovviamente all’epoca era giovane e adesso forse la situazione è differente, ma a quell’età è normale avere degli alti e bassi e noi avevamo i nostri alti e bassi”. Così Josè Mourinho in una lunga intervista a Yahoo.com, in cui dice la sua sui più grandi campioni del calcio moderno e non solo. Sul suo connazionale Cristiano Ronaldo, premiato con il Pallone d’Oro, lo Special One dichiara: “Non è necessario vincere un Mondiale per essere un grande, ma – c’è sempre un ma… – Maradona l’ha fatto, Zidane l’ha fatto, Ronaldo e Rivaldo l’hanno fatto…”. Più o meno simile il suo giudizio su Leo Messi: “Non ha bisogno di vincere il Mondiale con l’Argentina per dimostrare di essere un grande… Semplicemente perché è già un grande”.
Su Pep Guardiola e la loro rivalità, Morinho ammette: “Guardiola è un allenatore fantastico che è cresciuto molto nel corso degli anni. In questo momento il Bayern sta facendo benissimo”. Passando a parlare del suo Chelsea, il tecnico lusitano esalta le doti di Eden Hazard: “Può riuscire a portare il Belgio sul tetto del Mondo? Mi sembra molto, molto difficile, ma questo non vuol dire che se non ci riuscisse sarebbe un fallimento… Spesso con i grandi campioni si vedono le cose bianche o nere, ma non è questo l’approccio giusto”. Sui brasiliani della sua squadra: “Oscar, David Luiz, Ramires e Willian sono molto motivati, come credo accada a ogni calciatore brasiliano: sentono davvero un orgoglio speciale nel vestire la maglia verdeoro”. Per quanto riguarda un suo possibile futuro da ct del Portogallo, Mourinho non si nasconde: “Sarò sulla panchina del Portogallo quando avrò deciso di concludere la mia carriera, o quando avrò bisogno di un break per riposarmi, ma in questo momento ho voglia di allenare e giocare con costanza”.
Capitolo Champions League. “Credo che il miglior calcio si giochi in Champions League, dove si incontrano le migliori squadre. I Mondiali secondo me sono diversi, più legati alle emozioni, al lato sociale del calcio”, spiega. E a proposito delle sue emozioni Mondiali, ricorda: “Avevo 11 anni e ricordo la finale Germania-Olanda. Ero dispiaciuto perché tifavo per l’Olanda, a quei tempi Cruyff era il mio giocatore preferito: mi aspettavo che giocasse la partita e vincesse… Invece passa un minuto, quel rigore e poi Berti Vogts che si attacca alle sue caviglie: è stato frustrante”. Infine a proposito di Mondiali, una domanda sull’Inghilterra avversaria dell’Italia: “Non vedo perché non debbano fare bene: hanno giocatori di altissimo livello che giocano la Champions League e sono abituati ai palcoscenici più importanti”.