Calcioscommesse, Italia leader nella prevenzione. Abodi: Fare di più

Roma, 25 feb. (LaPresse) – Match fixing, ovvero calcioscommesse. Una materia su cui l’Italia è all’avanguardia come noto, ma ora il nostro Paese è più avanti rispetto al resto d’Europa anche nella prevenzione ed individuazione del fenomeno. E’ quanto emerso oggi a Roma durante il convegno organizzato da Confindustria Sistema Gioco Italia ‘Match fixing: prevenzione e legalità in ambito europeo e italiano’. A confermare quest’avanguardia sia, Bernadette Lobjois, segretario generale European Lotteries che raggruppa 81 lotterie nazionali di 46 Paesi per un fatturato di 100 miliardi di euro, e Pim Verschuuren, ricercatore di IRIS, Institut de Relations Internationals et Stratégiques che analizza i flussi delle scommesse cercando le giocate anomale. Massimo Passamonti, presidente Confindustria Sistema Gioco Italia, ha però subito spento i pochi sorrisi dei presenti, facendo emergere che nel 2013 stando ai dati diffusi dalla guardia di finanza, il settore ha segnato una brusca frenata dopo 12 anni di crescita. “Cresce infatti per la prima volta da quando le scommesse sono state legalizzate il gioco illegale, che vale da solo 23 miliardi degli 80 complessivi nel nostro Paese stando ai dati della guardia di Finanza” ha spiegato Passamonti.

Il perché è presto detto, sono infatti sempre di più le società di scommesse con concessione ottenuta all’estero che operano sul nostro mercato via web, e che dovendo pagare meno tasse rispetto ai concessionari italiani, offrono quote molto maggiori. E qui entrano in scena i rischi legati al match fixing, perché con questo tipo di operatori è quasi impossibile intercettare i flussi anomali di giocate su singoli eventi. Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B, in merito ha chiarito: “Deve essere lo Stato a fare una distinzione chiara fra autorizzato, non autorizzato e illegale. Quando alcuni soggetti giocano sull’equivoco dobbiamo affrontare insieme alle società il problema: la Lega Serie B è pronta a una scelta netta, ma serve maggiore collaborazione, anche economica”. Qualcosa la Lega Serie B sta già facendo, mandando ad esempio almeno una volta l’anno in ognuno dei 22 spogliatoi cadetti un avvocato a spiegare i rischi ai giocatori stessi. L’obiettivo è lanciare una campagna di comunicazione ad hoc coinvolgendo i giocatori, ma bisogna coinvolgere anche la politica, ci sono stati già dei colloqui con il Viminale per lavorare ad una proposta di legge che inasprisca le pene per la frode sportiva, e prevede anche il sequestro preventivo di beni dei calciatori coinvolti, che se condannati se li vedranno confiscati. “Oggi mancano anche le campagne di comunicazione sulla legalità dei giochi, non si percepisce la differenza per i giocatori, – ha chiarito Abodi – un problema che riguarda anche le società, quando stringono accordi con chi gioca sugli equivoci e sta in una zona grigia”.

L’obiettivo di Abodi è però ancora più ambizioso: sapere prima che i match inizino quando ci sono state masse di giocate anomale. Si potrebbe così andare dall’arbitro, “altrimenti è un’autopsia”. “Non è più tempo di azioni disarticolate, serve un salto di qualità e gioco di squadra, perché solo con cooperazione si tutela lo sport” ha aggiunto Abodi che vorrebbe anche dedicare una parte dei ricavati delle scomemsse al sostegno dello sport, come avveniva ai tempi del Totocalcio. Dei 100 miliardi gestiti da European Lotteries ogni anno, 25 vanno in beneficienza, e 2,5 direttamente a sostegno dello sport. Manca poi una norma sul sistema dello sport dilettantistico, ed un sistema di giustizia sportiva all’altezza, che punisca chi ha sbagliato. Ma anche chi fa pubblicità alle scommesse, che andrebbero vietate ai giocatori e ai dirigenti di squadra e federali secondo Abodi. E all’Estero? Pim Verschuuren spiega che in Belgio ci sono regole molto stringenti, con una black-list degli operatori illegali. In Scandinavia poi la collaborazione è completa tra le federazioni di tutti gli sport, non solo il calcio. Ma in generale l’Italia per ora è all’avanguardia, su tutti i fronti purtroppo.