Sochi 2014, Fontana felice a metà per argento short track: Volevo vincere

Dall’inviato Andrea Capello – Sochi (Russia), 13 feb. (LaPresse) – Il sogno di un atleta è vincere una medaglia d’oro olimpica, o almeno provarci, prendere l’argento senza neanche poterci provare è un paradosso che solo una disciplina come lo short track può ‘regalare’. “E’ comunque un argento che vale oro”, dice Arianna Fontana dopo il secondo posto nella finale dei 500 metri di short track. Terminate però le dichiarazioni ‘a caldo’ la lombarda si trasforma in una tigre. “L’Inglese (Elise Christie l’atleta che ha provocato la caduta a tre che ha coinvolto l’Azzurra, ndr) ha rovinato la mia gara e la sua – racconta – quando sono caduta ho provato a ripartire subito”. Una frazione di secondo in cui passano nella mente mille pensieri: “In quel momento volevo ucciderla – ammette Arianna – però mi sono detta prima devo finire la gara”. Anche perché la britannica è recidiva: “lei tenta sempre di passare anche quando non ha spazio per farlo”. Il fattaccio però avviene dopo la prima curva, la ‘no fly zone’ dello short track dopo la quale i giudici hanno libera interpretazione sui contatti.

“Non mi aspettavo fermassero la gara – racconta ancora la Fontana – all’arrivo (taglia il traguardo al terzo posto, ndr) ero molto arrabbiata e stavo per mettermi a piangere per la delusione. Poi ho sentito della squalifica e della medaglia di argento, ho visto mio fratello impazzire sulle tribune ed ero contenta. Lo short track è imprevedibile”. Questa gioia a metà potrà diventare completa nelle prossime gare che la Fontana affronterà (1000 e 1500 metri individuali e la finale della staffetta femminile). “Ce la metterò tutta – spiega – ho una motivazione in più. La contentezza ma anche la rabbia che cercherò di sfruttare”. Un occasione del genere però potrebbe non capitare più: “Questo non lo so – spiega serena – ma se otto anni fa quando vinsi la prima medaglia a Torino 2006 in staffetta mi avessero detto che avrei fatto questa carriera avrei firmato subito”.

Un continuo progresso che rischia però di fermarsi proprio al termine delle gare dei Giochi di Sochi: “Mi sono impegnata molto, sono ancora giovane ma nello short track si pensa ogni 4 anni e sono un periodo lungo – racconta – Sono diverse le cose da valutare. Il fatto che questi allenatori (i canadesi Eric Bedard e Marc Gagnon con cui ha grande feeling) rimangano o meno inciderà sicuramente molto. Se restano potrei continuare”. Idee chiare come quelle sul San Valentino da trascorrere con il comapgno di squadra, fidanzato e futuro marito Anthony Lobello. “Ma niente regalo, almeno da parte mia, non ho mai festeggiato granché San Valentino”. Il regalo più bello Arianna vuole farselo in pista.