Sochi 2014, sci fondo: trionfa la Norvegia. Svanisce sogno Pellegrino, fuori nelle semifinali

Dall’inviato Andrea Capello

Sochi (Russia), 11 feb. (LaPresse) – Nella gara più pazza di tutta l’Olimpiade l’Italia perde un occasione per rimpinguare il proprio medagliere. Sulla neve molle del ‘Laura Cross-country Ski & Biathlon Center’ finiscono a gambe all’aria tutti i favoriti. Dallo svizzero Cologna (due volte) nei quarti di finale, al russo Gafarov in semifinale fino al grande capitombolo della finale con quattro dei sei partecipanti che terminano faccia nella neve. Di questo gigantesco ruzzolare però ne approfitta il norvegese Hattestad, medaglia d’oro, e non Federico Pellegrino la grande, ed unica, speranza dello sci nordico azzurro. Il valdostano, secondo in coppa del mondo, non riesce infatti ad andare oltre la semifinale nella ‘sua’ sprint individuale a tecnica libera.

Un’innegabile delusione per il ragazzo attualmente secondo nella classifica di specialità in Coppa del Mondo ma anche un risultato figlio di caratteristiche della pista e del manto nevoso praticamente opposte a quelle preferite dal giovane aostano, debuttante alle Olimpiadi. “Sono scoppiato di testa e di gambe. Sognavo di fare di più e continuerò a sognare per qualche anno ancora. Ho tanta carriera davanti e cercherò di continuare a salire di livello – racconta a fine gara con la consapevolezza di chi ha ancora tanto da dimostrare – Non ho mai gareggiato su una pista così tosta ma non cerco scuse, non ho nessun rammarico e non sono arrabbiato. Sono arrivato a poco da un grande risultato. Ho fatto il possibile ma quando dovevo accelerare non avevo benzina”.

Se la velocità di base – terzo nella qualifica quando la neve era ancora piuttosto dura – è il suo asso nella manica, Pellegrino deve ancora lavorare sulla resistenza. Nella semifinale infatti l’azzurro ha mollato la presa quasi subito. In suo favore gioca il tempo visto che ha ‘solo’ 24 anni. Sguardo vispo ed idee concrete, lo sprinter azzurro mostra un filo di tristezza solamente quando pensa al fatto che “ora si dirà che ho toppato l’Olimpiade” ma è un flash che passa in un lampo. La sua mente infatti è già proiettata al futuro: “Per questa stagione l’obiettivo è quello di entrare nei primi 3 in Coppa del Mondo dove ora sono secondo”, spiega. Non va meglio alla sua fidanzata, Greta Laurent, caduta nei quarti di finale dopo un contatto con un’avversaria.

I rimpianti azzurri non terminano qui. Nel quarto di finale superato da Pellegrino, e dove il grande favorito svizzero Dario Cologna vive il suo dramma sportivo, si arrende pure David Hofer. A differenza di Pellegrino però il bolzanino è un ‘diesel’ che rimugina su quello che avrebbe potuto essere e non è stato: “Sto bene e mi spiace molto perché in una sprint (come si è visto successivamente, ndr) può succedere di tutto ed io non ho problemi di resistenza”. Alla fine la migliore di tutti risulta essere Gaia Vuerich che sfodera una prestazione tutta grinta sfiorando l’ingresso in finale (vinta dalla norvegese Falla, ndr) rimanendone esclusa per soli cinque decimi. “Ho pagato un errore di inesperienza – dice – Mi sono svegliata tardi. Con altri 5 metri in più sarei riuscita ad entrarci. Mi servirà da lezione”. La firma in calce alla giornata delle occasioni mancate per lo sci nordico azzurro.