Sochi 2014, Malagò: Bene arrivo Letta, per 2024 terreno fertile

Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 6 feb. (LaPresse) – Un’ora abbondante di chiacchierata a ruota libera nell’accogliente cornice di Casa Italia a Sochi, aperta in anteprima per i media. Alla vigilia della cerimonia di apertura della 22esima edizione dei Giochi Invernali il presidente del Coni, Giovanni Malagò, spazia da un argomento all’altro passando dalla stretta attualità alle nuove sfide che il Cio dovrà affrontare. Proprio dall’assemblea del Comitato Olimpico parte il briefing del ‘condottiero’ Malagò. L’obiettivo, risaputo, è quello di una possibile candidatura italiana ai Giochi Olimpici del 2024. “Mi sembra che ci sia terreno molto fertile, grande disponibilità ed apertura”, dice non nascondendo l’ottimismo. “Non sono un esperto di assemblee del Cio – prosegue – ma come rapporti umani posso dire la mia e vedo che la gente chiede e si informa”. Malagò racconta che, dopo l’elezione del tedesco Thomas Bach, nel Comitato Olimpico Internazionale si respira un aria nuova. “Si sentono considerazioni forti, innovative, azzardate – argomenta – Personalmente vedo questo con grande favore e positività”.

Sono varie infatti le opzioni che il Cio dovrà valutare in futuro. Fra queste una potrebbe riguardare in maniera diretta l’Italia ed i suoi interessi futuri. Si parla infatti di una possibilità di cambiare la carta olimpica per fare in modo che le candidature per i Giochi, per non caricare tutti i costi su un singolo luogo, possano essere fatte anche in maniera congiunta da più città. Non è dato sapere se questa proposta diventerà poi un fatto reale ma il numero uno dello sport mondiale Bach in ogni caso, visto il sempre minor numero di candidature per i Giochi, è conscio dei cambiamenti da valutare ed eventualmente effettuare. Secondo Malagò questa strada, che costringerebbe a rivisitare in maniera differente i piani per il 2024, potrebbe essere una possibilità importante per l’Italia. “La vedo di buon occhio perché ci aiuterebbe a superare i nostri campanilismi e ciò non guasta”, sottolinea.

“Favoriti o sfavoriti da questa eventuale modifica? Se ci aiuta ad avere maggiore consenso nel paese sicuramente non ci sfavorisce”.

A prescindere dalle dissertazioni su quello che sarà il presente si chiama Sochi, la prima Olimpiade che Malagò vivrà da capo dello sport italiano. Il presidente disinnesca immediatamente l’allarme terrorismo: “Paura assolutamente zero. A me non è mai successo di essere controllato anche in uscita dalle venues. Sono Olimpiadi strasicure”, dice a riguardo. Poi passa al discorso legato alle possibilità di medaglia. “A Vancouver si vinsero cinque medaglie, sotto questa cifra c’è la soglia di delusione. Un numero superiore è ovviamente meglio, ma se arrivano quattro ori piuttosto che sei bronzi la valutazione cambia”, spiega a riguardo lodando il lavoro effettuato dal capo missione Carlo Mornati e del segretario generale Roberto Fabbricini insieme alle federazioni degli sport invernali e del ghiaccio. I due, fra le altre cose, saranno tra i pochissimi dirigenti a sfilare nella delegazione italiana alla cerimonia di apertura di venerdì (ore 20.14 locali). “Abbiamo deciso di dare un’immagine nuova per far passare il messaggio che gli atleti sono i veri protagonisti – spiega – alcuni non sfileranno per motivi di gara e questo avrebbe aperto il posto a molti dirigenti ma abbiamo effettuato una scelta differente. Sfileranno tutti gli atleti disponibili con i loro tecnici, il capo missione Carlo Mornati, il vice capo missione, due medici e due segretari generali”.

Capitolo diritti civili. Malagò torna a difendere il premier Enrico Letta e la sua scelta, differente da quella di moltri altri capi di governo occidentali, di prendere parte alla cerimonia di apertura. “La sua presenza è molto importante, dovrebbe essere una cosa scontata, è stato invitato direttamente da Putin – spiega – mi sembra che ad oggi siano oltre 60 i capi di stato accreditati, tra cui quello cinese e giapponese”. “Mi sembra che i rapporti commerciali con la Russia siano più che buoni, in più c’è un ballo il forte desiderio di sostenere un eventuale candidatura olimpica con il premier che al momento dell’insediamento per la prima volta ha parlato dell’importanza dello sport nel paese – dice ancora Malagò – Meno male che esiste la coerenza e che qualcuno ha personalità nell’esserci”. Il concetto espresso dal numero uno dello sport italiano è chiaro: “Se uno viene puo’, anzi deve dire la propria opinione ed essere solidale con chi combatte per avere il giusto riconoscimento di diritti che sono sacrosanti mentre non esserci significa passare dalla parte del torto e non fare l’interesse di chi sostiene queste battaglie”.

Malagò annuncia anche che domani sera dopo la cerimonia di inaugurazione, se sarà libero da impegni istituzionali, il premier “parteciperà ad una spaghettata a Casa Italia”. Per il giorno dopo invece per Letta sono in programma la visita al villaggio ed una conferenza stampa a Casa Italia (ore 11, ndr) in mattinata. Nel pomeriggio invece potrebbe assistere alla gara di Andrea Giovannini nel pattinaggio di velocità prima di ripartire”. Se per Letta sono pronti gli spaghetti preparati con cura da Giovanni Vallario, il ‘mitico’ cuoco di Casa Italia, al termine dei Giochi invece Malagò sogna di stappare lo champagne, sia per il numero di medaglie ottenute che per gli ulteriori passi in avanti nella eventuale candidatura olimpica dell’Italia per il 2024. Il suo grande sogno, mai nascosto, fin da un secondo dopo essere diventato presidente del Coni.