Tevez: Non penso alla dieci, gioco come nel mio quartiere. Calcio italiano? Pensavo fosse diverso

Torino, 3 ott. (LaPresse) – “Non ci penso al fatto che ho la maglia numero 10 della Juventus. Sarebbe come se volessi mettermi ancora più pressione. E sotto pressione si può giocare bene, ma si può anche giocare male. E credo che ci siano più possibilità di giocare male che bene in queste circostanze. E allora io gioco come quando ero nel mio quartiere. Penso che sia per questo che mi è sempre andata bene. Non posso mettermi a pensare alla storia”. Carlitos Tevez in una lunga intervista concessa al primo numero di HJ Magazine, il nuovo Hurrà Juventus, che sarà in edicola da sabato 5 ottobre, ha parlato del suo rapporto con la maglia numero dieci e del suo modo di intendere il calcio. “L’ambiente juventino è come una grande famiglia – ha ammesso – Andiamo tutti molto d’accordo. Tra i compagni, con i tifosi, con la gente, ci troviamo tutti bene. Ciò fa sì che ci sia unione, che questo gruppo sia una vera squadra e che la Juventus cresca giorno dopo giorno”.

L’attaccante argentino ha parlato anche di Torino e Manchester, due città che non hanno molti tratti in comune a suo avviso. “Sono molto, molto diverse – ha evidenziato – A livello culturale, il modo di vivere italiano è molto più vicino a quello argentino: si dà grande importanza alla famiglia, si mangia tutti insieme, si sta uniti, si fa amicizia con facilità, che tu sappia o no la lingua. Qui cercano sempre di capirti. Credo che tutte queste cose rendano Torino molto diversa da Manchester”. A proposito del calcio italiano, Tevez ha rivelato che “pensavo ‘nel calcio italiano non si corre, il gioco è molto lento, è facile’. Ora posso affermare che non è affatto così – ha evidenziato – Penso che sia il tipo di calcio più difficile in cui ho giocato. Si curano moltissimo i dettagli. Si lavora tantissimo anche a livello fisico e tattico. Credo che sia l’esatto contrario di ciò che immaginavo”, ha concluso Tevez.